Vita dei disabili, come è cambiata tra Dpcm e Coronavirus? Un 2020 tra inclusione, sfide e stravolgimenti

Vita dei disabili, come è cambiata tra Dpcm e Coronavirus? Un 2020 tra inclusione, sfide e stravolgimenti

La vita dei disabili è stata stravolta, come quella di tutta la popolazione, dall’emergenza sanitaria scatenata dal Coronavirus. Nella Giornata mondiale delle persone con disabilità 2020 è importante chiedersi cosa sia stato fatto e cosa sia ancora necessario fare per rendere migliore la vita di questa fascia particolarmente fragile della popolazione.

Alunni, genitori, a volte lavoratori e adulti con bisogni particolari: le persone con disabilità sono questo e altro. La necessità di garantire i loro diritti non si ferma mai, nemmeno in periodo d’emergenza sanitaria. Anzi, proprio in un momento così difficile, che rischia di mandare al collasso il sistema sanitario ma anche quello sociale, è tempo di chiedersi cosa si possa fare per aiutare i diversamente abili ad affrontare la pandemia serenamente.

Se inclusione e solidarietà sono stati il centro del dibattito dello scorso anno, lo sono ancora di più questo 3 dicembre 2020.

La vita dei disabili “stravolta” dal virus

Tra Dpcm, provvedimenti e lockdown, nel 2020 la vita dei disabili italiani (e non solo) è cambiata come mai in precedenza e oggi è il momento di trarre un bilancio. Quanto si è fatto? Cosa si può ancora fare? Sono queste le domande che si fanno non solo i governanti, ma anche tanti tra coloro che assistono una persona con disabilità.

L’esperienza della chiusura nazionale a marzo ha messo a dura prova la resistenza di molti. Chi si è trovato a convivere con figli disabili spesso privi delle strutture scolastiche o dei centri diurni o parenti potenzialmente a rischio o “soli” in case di cura ha una storia da raccontare. Un dramma a volte difficile da affrontare, con conseguenze psicologiche impossibili da esprimere a parole.

E i disabili che si sono resi conto di quanto sta accadendo? Per loro si aggiunge la consapevolezza di dover affrontare il doppio delle difficoltà per condurre una vita normale. L’accesso alla scuola, il lavoro, la quotidianità: niente è rimasto uguale. Se una parvenza di normalità è riapparsa nella Fase 2 con la riapertura di diverse strutture, i disagi sono riemersi in maniera prepotente, purtroppo, in autunno.

E il problema non si ferma qui: in quante occasioni le persone con disabilità sono stati costretti a scendere a compromessi con tutti i problemi pre-Covid, tutto ciò che non ha mai funzionato o potrebbe funzionare meglio? Disservizi con cui, purtroppo, molti disabili sono abituati a convivere sono improvvisamente diventati un’ulteriore barriera alla vita “normale”.

Disabili e Coronavirus, dalla scuola alla vita quotidiana

Certo, non è tutto nero: tra volontari sempre attivi e provvedimenti nazionali e locali, gli sforzi e le riflessioni sulla disabilità sono state numerose. Dal mettere in sicurezza le strutture al garantire i diritti fondamentali, sono stati tanti gli argomenti di discussione.

Al centro del dibattito dell’opinione pubblica è stata in primis la scuola, che anche per la Giornata di quest’anno è un tema di primaria importanza per gli allievi diversamente abili. Sulla “classe inclusiva” si è espresso più volte anche il Governo nazionale.

“Il Piano scuola 2020, allegato al citato DM 39/2020 prevede che l’Amministrazione centrale, le Regioni, gli Enti locali e le scuole, ciascuno secondo il proprio livello di competenza, operino per garantire la frequenza scolastica in presenza degli alunni con disabilità con il coinvolgimento delle figure di supporto (Operatori educativi per l’autonomia e la comunicazione e gli Assistenti alla comunicazione per gli alunni con disabilità sensoriale)”, si legge nelle Linee Guida del Miur del 7 agosto scorso.

Tra la storica carenza di insegnanti di sostegno, focolai in classe e altri problemi, però, mantenere i buoni propositi non è stato facile. Ciò nonostante, nel Dpcm del 6 novembre non manca il riferimento alla didattica in presenza per allievi con disabilità.

Per le persone più a rischio, bambine e adulte, si sono spesi anche fondi di varia natura e attività senza sosta di assistenti e personale medico. Un contributo fondamentale, che ha dato coraggio a tanti e ha garantito il trionfo della solidarietà in numerose occasioni.

Giornata delle persone con disabilità 2020: sfide e progetti

“Una giornata per tutti” è lo slogan della Giornata mondiale delle persone con disabilità, celebrata ogni 3 dicembre. Un giorno per ricordare la necessità di garantire anche a chi convive con una disabilità la possibilità di esercitare diritti sociali, economici e politici (ricordati nella Convenzione sui diritti delle persone con disabilità).

“Building Back Better: toward a disability-inclusive, accessible and sustainable post Covid-19 World”, ricostruire il mondo e renderlo “a misura di disabile”. È questo il progetto annunciato dall’Onu in occasione del 3 dicembre 2020, a conclusione di un anno dominato dal “nemico invisibile”.

Anche se gli eventi si organizzeranno per lo più online, diversi seminari su come sostenere le persone disabili e migliorare la loro condizione saranno disponibili per professionisti e interessati. Scuola, lavoro, inclusione, salute, i problemi da risolvere nell’ambito del progetto internazionale “Obiettivo 2030“: tutto questo sarà al centro dell’attenzione pubblica.

La Sicilia contribuirà al dibattito grazie a una serie di incontri per i dirigenti scolastici nei poli di Palermo, Caltanissetta e Catania sul tema “Inclusione e scuola“. L’iniziativa, a cura dell’Ufficio Scolastico regionale, mostra che, nonostante le difficoltà, i disabili sono e devono rimanere una priorità. Senza se e senza ma, nella speranza di costruire nel tempo una vera società inclusiva.

Foto di Steve Buissinne da Pixabay