KURT COBAIN: Il bambino che non è stato

KURT COBAIN: Il bambino che non è stato

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

Kurt Cobain è un artista incompreso che trasformò la rabbia e il disagio di un’intera generazione in  musica. La musica, infatti, si afferma spesso come forma di denuncia, dà voce ai sentimenti e, in  questo caso, ha dato vita ai pensieri di un bambino che voleva solo suonare la sua chitarra, chiuso  tra le quattro mura della sua casa. 

Kurt Donald Cobain nasce nel 1967 ad Aberdeen, una cittadina nello stato di Washington, da Wendy  Elizabeth Fradenburg e Donald Leland Cobain. Kurt è un bambino solare, con l’arte nel sangue e i  suoi genitori, sin dalla tenera età, lo incentivano a suonare numerosi strumenti. La sua prima chitarra  gli viene regalata all’età di 14 anni dalla zia Mary. Kurt impara a suonare sotto le note di Back in Black degli AC/DC e Stairway to Heaven dei Led Zeppelin. Inoltre, dotato di una singolare ambidestria,  decide di suonare come mancino, cosa che lo distinguerà nel panorama musicale degli anni a venire.  Però è anche un giovane estremamente vivace, al limite dell’iperattività, disturbo a cui la madre  cerca di dare rimedio facendo assumere a Kurt quantità consistenti di sedativi. Il giovane Kurt inizia  dunque a cambiare; diventa sempre più silenzioso e chiuso. Il carattere cambia totalmente con la  separazione dei genitori; ciò lo fa soffrire a tal punto che nel suo diario afferma di non riuscire  nemmeno a guardare in faccia i suoi compagni di classe per la vergogna di non poter avere una  famiglia normale. Inizia a frequentare la squadra di baseball per impressionare il padre. A scuola,  l’essere vittima di bullismo per la sua stretta amicizia con un compagno emarginato perché  dichiaratamente gay, lo porta a commettere atti di bullismo a sua volta. Tuttavia è proprio in questo  periodo che si avvicina alla musica che più lo segnerà: il punk e l’heavy metal. Al penultimo anno  delle superiori decide di voler vivere suonando, così abbandona la scuola e la madre infuriata lo  caccia di casa. A 17 anni Kurt Cobain è ufficialmente un senza tetto. Per passare la notte, viene  saltuariamente ospitato dagli amici, si intrufola nel seminterrato della casa della madre oppure si  rifugia sotto il ponte Young St. Bridge, a nord-est di Aberdeen, dove ancora oggi si possono vedere i  suoi graffiti. Nel 1985 decide di trasferirsi ad Olympia, una città che lo ispira profondamente. Qui si  mantiene lavorando come bidello e lavapiatti, si avvicina a filosofie orientali quali il buddismo e il  giainismo e fonda la sua prima band, i Fecal Matter. Qualche tempo dopo, Kurt fa la conoscenza di  Krist Novoselic con la quale, nel 1987, fonderà una nuova band: i The Stiff Woodies, che presto  diventeranno una leggenda musicale internazionale, simbolo del grunge, con il nome di Nirvana; nel  gruppo Kurt sarà alla chitarra e alla voce, al basso ci sarà Novoselic e alla batteria Chad Channing.  Kurt Cobain diventa una celebrità, il successo della band è ormai mondiale. Eppure a Kurt il successo 

non piace affatto; affermerà più volte che avrebbe solo voluto esprimere quello che pensava, i suoi  sentimenti. Nel febbraio del 1992 si sposa con Courtney Love e nell’agosto dello stesso anno nasce  sua figlia, Frances Bean Cobain. A casa tuttavia la vita di Kurt è tutt’altro che felice e la sua vita  frenetica e priva di ogni tipo di privacy ha un effetto malsano sulla sua mente. Nel ‘93 è terribilmente  depresso ed è pesantemente dipendente dall’eroina. Nel 1994 Kurt, con i Nirvana, si trova a Roma  per un tour europeo, quando ingerisce 50 pasticche di tranquillanti, tentando probabilmente il  suicidio, lasciando una lettera nella quale Cobain afferma di non essere amato dalla moglie e di non  poter sopportare un altro divorzio dopo quello dei genitori. Alle 6:30 un’ambulanza lo porta in  ospedale dove i medici lo salvano. Ma non è fuori pericolo: qualche mese dopo Kurt abbandona la  famiglia e scappa cercando la solitudine; si rifugia nella sua casa a Washington, dove il 6 aprile del  1994 Kurt Cobain viene ritrovato morto. Si è tolto la vita con un colpo di fucile, tra le pagine del suo  diario strappato e una lettera di addio alla musica: “Vi parlo dal punto di vista di un sempliciotto un  po’ vissuto che preferirebbe essere uno snervante bimbo lamentoso”, scrisse nelle prime righe di  quest’ultima. Quel giorno non finì solo la storia di uno degli artisti più influenti di sempre, una  leggenda, ma anche e soprattutto la vita di un bambino che probabilmente avrebbe solo voluto  suonare la sua chitarra tra i sorrisi dei suoi genitori.  

E’ meglio bruciare in fretta che spegnersi lentamente.”  -Kurt Cobain

 

–  SIMONTE ELIA 2^CC – I.I.S CONCETTO MARCHESI – Mascalucia (CT)

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