CATANIA – Il 23 maggio del 1992, nei pressi di Capaci, un attentato di stampo mafioso fece saltare a colpi di tritolo l’auto del magistrato Giovanni Falcone.
Meno di due mesi dopo, il 19 luglio, in una caldissima Palermo, al civico 19 di via Mariano D’Amelio, un autobomba fa esplodere il magistrato Paolo Borsellino e la sua scorta. Questa è la storia della nostra terra. Questa la storia di due eroi fatti fuori dalla mafia.
Alla scuola Cavour di Catania, per la prima volta in una scuola secondaria di primo grado, gli alunni delle classi terze hanno partecipato alla proiezione del docu-film “Falcone e Borsellino, il fuoco della memoria”.
Apre la proiezione la dirigente Maria Gabriella Capodicasa e intervengono e conducono magistralmente il professore Francesco Siracusano dell’Università degli studi di Catanzaro e il dottor Andrea Norzi Sostituto procuratore della Repubblica DDA di Catania.
Il documentario, con la regia di A. Crespi è una vera gemma preziosa che coniuga al meglio i materiali d’archivio, la ricostruzione dei fatti, la speranza, il passato e il presente di chi non muore mai. Gli alunni, nonostante la complessità dell’argomento, hanno mostrato interesse e capacità di analisi; alle loro domande il professore e il sostituto procuratore hanno risposto con garbo e persuasione, serietà e compostezza.
Il teatro era pieno e il dibattito acceso, tra precisazioni e citazioni, una tra tutte quella di brechtiana memoria: “Sventurata la terra che ha bisogno di eroi”. Sventurata è sì la nostra terra, e in un mondo più giusto nessuno avrebbe bisogno di eroi, ma sempre ringrazieremo i magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino per essere stati gli eroi di una lotta che deve ancora compiersi. Bellissima l’immagine dell’ accendino e della fiamma che non si spegne per non dimenticare.
In chiusura i saluti finali delle docenti Referenti alla Legalità, Laura Isaia e Agata Petrosino, che con queste piccole e grandi occasioni di riflessione, si augurano di aver seminato nelle nuove generazioni forme sempre più consapevoli di rispetto della legalità, fortemente convinte che la memoria generi conoscenza.