Reflui fognari nel fiume dell’area protetta Saline di Trapani e Paceco: sequestrato il depuratore intercomunale

Reflui fognari nel fiume dell’area protetta Saline di Trapani e Paceco: sequestrato il depuratore intercomunale

TRAPANI – I militari della Capitaneria di Porto di Trapani hanno eseguito l’ordinanza di sequestro preventivo emessa dal Gip su richiesta della Procura della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, nei confronti di vari funzionari del Servizio Idrico Integrato del Comune di Trapani.

Nell’ambito di una complessa attività investigativa in materia ambientale, i militari hanno accertato una serie di illeciti perpetrati in violazione delle norme che disciplinano gli scarichi dei reflui fognari, ponendo sotto sequestro l’impianto e le strutture poste a monte, asservite al sollevamento e alla scolmatura in emergenza delle portate meteoriche di piena.

L’attività d’indagine ha consentito l’emersione di una serie di elementi relativi a numerose carenze di funzionamento degli impianti, i quali immettevano reflui fognari non depurati sia nel tratto di fiume Lenzi – Baiata che scorre nell’area protetta Saline di Trapani e Paceco, sia direttamente in mare dai dispositivi di troppopieno ubicati lungo la via Tunisi, in corrispondenza del Lungomare Dante Alighieri di Trapani, provocando il deterioramento chimico e biologico delle acque e del suolo protetto, con conseguente deferimento all’autorità giudiziaria di cinque persone, iscritte nel registro degli indagati.

La complessa attività investigativa, avviata su stimolo delle continue segnalazioni della cittadinanza raccolte nel corso delle ultime stagioni estive, ha rivelato, oltre all’assenza di autorizzazioni allo scarico non più in vigore a causa delle carenze predette, anche palesi e pregresse inadeguatezze strutturali e procedurali adottate nella conduzione delle infrastrutture in parola.

Alla base delle motivazioni del provvedimento cautelare eseguito, oltre all’immutata situazione di generale inidoneità a garantire il rispetto dei limiti tabellari previsti dalla normativa vigente per il refluo immesso direttamente nelle matrici ambientali, anche la necessità di provvedere con urgenza al ripristino delle strutture, funzionalmente alla salubrità dell’ambiente e alla tutela della salute pubblica.

Le attività investigative ambientali proseguono al fine di accertare le esatte responsabilità in ordine ai fatti ipotizzati, sempre sotto il diretto coordinamento del Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Trapani, dott. Gabriele Paci.