TRAPANI – È stata sospesa dalla scuola “Capuana-Pardo” di Castelvetrano, per dieci giorni, l’insegnante Laura Bonafede. La decisione è arrivata tramite un provvedimento cautelare adottato dal Dirigente Scolastico Vania Stallone, “in considerazione della vasta eco mediatica suscitata dal presunto legame dell’insegnante con il boss mafioso Matteo Messina Denaro e al fine di tutelare l’immagine della scuola e di garantire il sereno svolgimento dell’attività scolastica“. Il provvedimento è stato ratificato dal direttore regionale dell’Ufficio scolastico Giuseppe Pierro. “Attendo da parte dell’Autorità giudiziaria la documentazione sulla posizione giudiziaria dell’insegnante per così poter avviare il provvedimento disciplinare“, ha chiarito ai colleghi dell’Ansa il direttore Pierro.
L’insegnante Laura Bonafede, figlia del boss defunto Leonardo, è indagata dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo a seguito dell’incontro in un supermercato, quando Matteo Messina Denaro era ancora latitante. Tra i pizzini del boss risulterebbe una corrispondenza tra i due.
Intanto Emanuele Bonafede e Lorena Lanceri, marito e moglie, i vivandieri accusati di avere ospitato Matteo Messina Denaro nella loro casa di Campobello di Mazara, si sono avvalsi della facoltà di non rispondere davanti al Gip Alfredo Montalto. Secondo gli inquirenti, la coppia avrebbe ospitato “in via continuativa e per numerosi giorni“, il padrino all’epoca latitante. Abitualmente, dunque, il boss sarebbe andato a pranzo e a cena nell’appartamento dei due, entrando e uscendo indisturbato grazie ai controlli che i Bonafede svolgevano per scongiurare la presenza in zona delle Forze dell’Ordine.
I coniugi – secondo i pubblici ministero – avrebbero dunque fornito al boss “prolungata assistenza finalizzata al soddisfacimento delle sue esigenze personali e al mantenimento dello stato di latitanza“. Lorena Lanceri, secondo gli inquirenti, sarebbe stata inoltre legata sentimentalmente al boss. Emanuele Bonafede, fratello di Andrea Bonafede, anche lui arrestato nelle scorse settimane con l’accusa di aver fatto avere al capomafia le prescrizioni sanitarie compilate dal medico Alfonso Tumbarello, anche lui finito in carcere, è nipote dello storico capomafia di Campobello di Mazara Leonardo e cugino di un altro Andrea Bonafede, il geometra che ha prestato l’identità a Messina Denaro per consentirgli di sottoporsi alle terapie oncologiche.