SICILIA – Secondo uno studio della Fabi di Palermo, basato sul rapporto intersettoriale sulla criminalità predatoria 2020 dell’Ossif, il centro di ricerca Abi sulla sicurezza anticrimine, si evidenzia un calo delle rapine alle banche, ma con importanti differenze per quanto riguarda i territori.
I dati, che si riferiscono al 2021, mostrano una diminuzione del 26,9% rispetto al 2020 (da 119 a 87) ma anche l’aumento della media per evento. Nel 2021 è salita a circa 51.000 euro, superiore ai 39.500 euro del 2020 e quasi il doppio dei 26.000 euro del 2012. A preoccupare è la diffusione non omogenea del reato che registra un inasprimento in determinate città.
“Ci sono grosse differenze territoriali – afferma Gabriele Urzì, segretario provinciale Fabi e responsabile Salute e sicurezza FABI Palermo – e la Sicilia è al terzo posto per numero di rapine (16) dopo la Lombardia (20) e il Lazio (anche qui 16) e, purtroppo, è al primo posto se si considera il livello di rischio con un valore di 1,4 rapine ogni 100 sportelli (rispetto al 1,5 del 2020)”.
A livello nazionale, dopo Roma (16 colpi) e Milano (10), al terzo posto troviamo Catania con 8 rapine (erano state 6 nel 2020).
Analizzando i dati su scala regionale, si registrano brutte notizie per Catania, Messina e Caltanissetta anche osservando l’indice di rischio (rapine ogni 100 sportelli). Al primo posto troviamo Catania (3,4 rapine ogni 100 sportelli), seguita al secondo posto da Messina (2,0 colpi ogni 100 sportelli) e da Caltanissetta al quinto posto con 1,5 rapine ogni 100 sportelli.
“Riguardo agli orari, nel 2021, quasi un quinto dei colpi è stato messo a segno tra le 13,00 e le 14,00 mentre, tenuto conto del numero di malviventi, i colpi sono stati effettuati da due nel 40% dei casi e da uno solo nel 35% dei casi. Il 46% delle volte è stata utilizzata un’arma da taglio, il 26% armi da fuoco, il 22% minacce verbali e il 6% armi improprie o finte. Le rapine sono durate circa 3 minuti nel 38% dei casi e nel 75% degli episodi criminosi l’accesso in Banca dei malviventi è avvenuto dall’ingresso principale. Da sottolineare che nel 37,9% dei casi le rapine sono fallite. Il 29% dei colpi è avvenuto di venerdì e nel 77% dei casi i malviventi avevano il volto travisato” ha aggiunto Urzì.
“Colpisce negativamente il dato delle città siciliane. Occorre una migliore organizzazione della sicurezza, interventi mirati ad attuare una più efficace strategia antirapina, sistemi difensivi sempre più sofisticati, aumento del budget da destinare alla sicurezza, maggiore formazione del personale, apprestamento di strutture e apparati di controllo sempre più al passo con i tempi. E, nei casi di filiali particolarmente esposte per allocazione logistica e/o per livelli di business è insostituibile la guardiania armata che costituisce il deterrente principe per i malintenzionati, soprattutto (e non si creda che siano i meno pericolosi) quando i rapinatori sono ‘non professionisti’. Ringraziamo sempre l’ottimo lavoro delle forze dell’ordine, sia sul versante della prevenzione che nella fase investigativa” ha dichiarato, infine, Urzì.
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