Mafia, crisi di leadership ai vertici di Cosa nostra: difficoltà di dialogo tra vecchi e nuovi capi mafiosi

Mafia, crisi di leadership ai vertici di Cosa nostra: difficoltà di dialogo tra vecchi e nuovi capi mafiosi

SICILIA – Arriva la relazione semestrale della Dia (Direzione Investigativa Antimafia), diretta da Maurizio Vallone: “Cosa nostra non rappresenta l’unica matrice criminale di tipo mafioso che opera in Sicilia. Nel versante occidentale – si legge nella relazione – conserva un’immutata egemonia benché si registri la presenza molto attiva di gruppi criminali di etnia nigeriana operanti soprattutto nel capoluogo. Nell’area orientale sono tuttora attive compagini storicamente radicate quali la ‘stidda’ e altre numerose organizzazioni mafiose non inquadrabili nella struttura di cosa nostra“.

La mafia nigeriana è ben radicata e particolarmente attiva in diversi settori criminali. I sodalizi centrafricani sembrano aver acquisito un vantaggio competitivo nel settore degli stupefacenti. I cults nigeriani sono in grado di governare l’offerta e la domanda, i flussi di sostanze stupefacenti e soprattutto i cospicui proventi derivanti da un mercato che si conferma tuttora fiorente nonostante la pandemia“.

In base a quanto emerso sembrerebbe evidente una crisi di leadership ai vertici di Cosa nostra: “Il ripianamento delle posizioni di vertice rimane ancora problematico nonostante il ritorno nei territori di competenza di ‘vecchiuomini d’onore che hanno ottenuto la scarcerazione di recente. Difficoltà di dialogo, incomprensioni e differenza di vedute sono i sintomi di un ‘gap’ generazionale che può diventare profondo e farsi critico.

Il sistema delle reggenze ha consentito una inusuale flessibilità nella definizione delle ‘competenze territoriali’ delle famiglie e dei mandamenti delineando nuovi equilibri di potere quale conseguenza di accordi ‘inter-mandamentali’ volti a trovare utili sinergie per superare il momento di stallo determinato dalle operazioni di polizia sul territorio. I ‘vecchi’ uomini d’onore che fanno ritorno nei propri territori di competenza ambiscono a manovrare nuovamente le leve del potere mafioso ma lo vogliono fare a modo loro a pieno titolo e senza condivisione con i reggenti“.

Foto di repertorio