Cronaca

Simone e Alessio, uniti tra le stelle… a giocare insieme, come sempre. Oltre la vita, oltre la morte

VITTORIA – È una guerra continua, una strage di innocenti, una scia di sangue che non vuole arrestarsi. “Ale, dove andiamo?”, “A giocare, come sempre”. Viene immaginato così, tra i tanti utenti sul web, un dialogo tra i due cuginetti, Alessio e Simone D’Antonio, legati nella vita e nella morte.

Anzi, oltre la vita, oltre la morte…

Alessio e Simone sono cugini, figli di due fratelli di Vittoria, legati da un legame di sangue che li fa crescere insieme, frequentare le tappe della loro vita sempre uniti, andare a scuola e al grest. 11 e 12 anni, pochi mesi di differenza d’età, passioni differenti, tra go-kart e musica, ma legati dalla famiglia, dai valori dei genitori che li fanno crescere insieme, e giocare… e così stavano facendo anche giovedì sera, seduti sull’uscio di casa, in via IV Aprile, a Vittoria (RG).

Le famiglie riunite nel cortile di casa, a discutere delle cose quotidiane, Alessio e Simone intenti a giocare con i telefonini, gli stessi che chissà quante volte hanno chiesto gli venissero comprati da mamma e papà. Sorridono, parlano, ogni tanto i genitori li guardano, sono seduti sui gradini di casa, non litigano… è tutto ok; nessuno può immaginare quello che da lì a poco potrebbe accadere.

Per le strade di Vittoria viaggia una Jeep Renegade, a bordo vi sono 4 soggetti, chi si trova alla guida è ubriaco – ha un tasso alcolemico 4 volte superiore al limite consentito – è drogato – ha anche fatto uso di cocaina – imbocca via IV Aprile, proprio lì dove Alessio e Simone sono intenti a giocare, spensierati… Rosario Greco (conosciuto da tutti come Saro), perde il controllo del mezzo e travolge i due ragazzini facendoli letteralmente “volare”.

Alessio perde violentemente una gamba e morirà poco dopo a seguito di una emorragia inarrestabile. Simone viene soccorso, intervengono i sanitari del 118; il personale medico constata che per uno dei due cuginetti non c’è più nulla da fare, per l’altro invece, c’è ancora una speranza. Simone viene trasportato all’ospedale di Vittoria, disperate le sue condizioni, viene sottoposto ad un delicatissimo intervento chirurgico che dura ben 5 ore. Le condizioni del 12enne sono ancora disperate, viene trasferito in elisoccorso al Policlinico di Messina. Ha perso le gambe, lotta tra la vita e la morte, ma le speranze non si spengono.

Se per Alessio sono attimi di disperazione, di cuori a pezzi e rabbia, per Simone iniziano i momenti di preghiera. Deve lottare, ce la deve fare, deve vivere, deve farlo, soprattutto per il cugino.

Nelle ore dopo la tragedia, Rosario Greco viene arrestato per omicidio stradale aggravato; viene raggiunto nella propria abitazione dagli agenti della polizia, individuato grazie agli altri 3 a bordo dell’auto killer che si recano nella notte in commissariato, a raccontare che sarebbero fuggiti per paura di essere linciati. Ma Greco non fugge via subito, e sono le immagini di videosorveglianza poste nelle zone vicine a testimoniarlo. Resta lì, passeggia avanti e indietro, zoppicante, tra la folla che si dispera, e non capisce cosa sia accaduto realmente. Tra questi vi è la madre che strappa il cellulare dalle mani del killer del suo bambino, compone il 118, chiama i soccorsi. Gli stessi soccorritori giunti sul posto verranno successivamente indagati. Sarebbe stata la stessa madre di Alessio, con alcuni testimoni, a raccontare che l’ambulanza è arrivata in via IV Aprile dopo 40 minuti dalla prima chiamata. La Procura di Ragusa apre un’inchiesta, tra gli indagati, oltre ai 4 a bordo della Jeep, anche un infermiere e una dottoressa.

Nonostante il ritardo, però, l’autopsia rivela una triste verità: Alessio non si sarebbe potuto salvare. Troppo gravi le ferite riportate.

Per domenica 14 vengono stabiliti i funerali dell’11enne. Il corteo funebre parte proprio dalla tristemente celebre via, per arrivare alla basilica San Giovanni Battista. L’ultimo saluto ad Alessio crea indignazione: i funerali vengono affidati all’agenzia funebre di Maurizio Cutello. Quest’ultimo pare fosse socio in affari con il capomafia Titta Ventura e con il figlio Angelo, conosciuto da tutti come “u Checco”. Proprio Angelo Ventura è uno degli occupanti dell’auto killer. Oltre a lui e Greco vi erano anche i pregiudicati Alfredo Sortino e Rosario Fiore.

Il mondo si ferma e si scaglia contro questi quattro. “Figli di boss, presunti uomini d’onore, con i soldi acquistano le macchine di grossa cilindrata, si ubriacano, si drogano e uccidono”, queste le parole del giornalista Paolo Borrometi.

Durante i funerali di Alessio la commozione è tanta, oltre tre mila salutano per l’ultima volta quel ragazzino “sempre sorridente”. Lo descrive così, in lacrime, l’insegnante del grest frequentato dai due cugini. La famiglia, a pezzi, grida, dal dolore, col cuore squarciato in petto. “Lascerò Vittoria. Dopo questa tragedia non riesco più a vivere in questa città”, ha dichiarato il padre di Alessio al termine delle orazioni funebri per il figlio. Non riesco più ad entrare nella mia casa, chiedo giustizia per mio figlio.

E proprio durante l’addio ad Alessio è arrivata la notizia che mai nessuno avrebbe voluto arrivasse: Simone l’ha raggiunto. Non ce l’ha fatta. Ha lottato, sì. Si è aggrappato alla vita, come meglio poteva, ma niente. A nulla sono servite le preghiere, le notti insonni, la fede, le invocazioni. A nulla, a nulla… è andato da Alessio, compagno di vita, cugino di sangue, amico di sempre.

Anche sul corpo di Simone verrà effettuata l’autopsia, i funerali, però, sono stati affidati in mano alle forze dell’ordine. L’agenzia scelta si occuperà di prelevare la salma dall’obitorio del nosocomio della città dello Stretto e di ricondurla a Vittoria per l’addio.

E allora correte, liberi, lì dove nessuno potrà travolgervi, dove non conta chi sei e cosa fai, giocate, spensierati, tra le stelle…

INSIEME, COME SEMPRE… 

Fonte immagine Facebook

Rossana Nicolosi

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