Torna in carcere Francesco Mulè, indiziato di essere il vertice della famiglia mafiosa di Palermo Centro

Torna in carcere Francesco Mulè, indiziato di essere il vertice della famiglia mafiosa di Palermo Centro

PALERMO – Questo pomeriggio, le forze militari del Nucleo Investigativo del comando provinciale di Palermo hanno attuato una misura cautelare di custodia carceraria, decisa dal G.I.P. del Tribunale di Palermo, nei confronti di Francesco Mulè, sospettato di essere il capo attuale della famiglia mafiosa di Palermo Centro e di essere coinvolto in estorsione.

Francesco Mulè, arrestato nell’operazione “Centro” del 15 dicembre 2022, era stato liberato in precedenza a causa di alcuni problemi procedurali riguardanti la sua età avanzata, poiché ultra 70enne.

Tuttavia, la Direzione Distrettuale Antimafia di Palermo ha presentato una nuova richiesta di custodia cautelare, che è stata accettata dal G.I.P. a causa della forte evidenza delle sue attuali attività criminali e del suo ruolo di comando all’interno della famiglia mafiosa di Palermo Centro.

Inoltre, una recente valutazione medico-legale ha confermato la sua compatibilità con la detenzione carceraria.

È doveroso rilevare che l’odierno destinatario della misura cautelare è, allo stato, solamente indiziato di delitto, seppur gravemente, e che la sua posizione verrà vagliata dall’autorità giudiziaria nel corso dell’intero iter processuale e definita solo a seguito dell’eventuale emissione di una sentenza di condanna passata in giudicato, in ossequio al principio costituzionale della presunzione di non colpevolezza.

Morto Francesco Geraci

Ci spostiamo a Castelvetrano, dove è morto Francesco Geraci, l’ex collaboratore di giustizia che era amico d’infanzia di Matteo Messina Denaro.

Originario di Castelvetrano, viveva da tempo in un luogo segreto dopo aver lasciato il programma di protezione.

Da tempo soffriva di un tumore al colon, la stessa malattia del boss.

Geraci aveva dichiarato in un’udienza di qualche anno fa che lui e Messina Denaro si conoscevano dall’infanzia perché giocavano insieme da bambini e abitavano vicini.

Geraci, che era un gioielliere, era noto per aver nascosto preziosi oggetti di Totò Riina a Castelvetrano, come collier, orecchini, crocifissi tempestati di diamanti, brillanti, sterline e lingotti d’oro, per un valore di oltre 2 miliardi di lire.

La vicinanza tra Francesco Geraci e Matteo Messina Denaro si sarebbe interrotta quando Geraci aveva 15 anni, ma si sarebbero riavvicinati quando qualcuno chiese il pizzo al gioielliere e lui si rivolse al vecchio compagno di scuola. Geraci aveva dichiarato al processo di Firenze che da quel momento era diventato un uomo di fiducia di Messina Denaro.

Le ultime su Messina Denaro

In alcune chat è stato scoperto che Matteo Messina Denaro aveva espresso il suo risentimento contro le celebrazioni in memoria del magistrato Giovanni Falcone, ucciso nella strage di Capaci.

A causa delle commemorazioni, il boss era rimasto intrappolato nel traffico e aveva deciso di lamentarsi con alcune pazienti che aveva conosciuto durante la sua terapia oncologica.

Nelle chat, Messina Denaro aveva descritto la sua frustrazione riguardo la situazione e aveva imprecato contro di essa. Non aveva mai rivelato alle donne la sua vera identità, ma aveva parlato loro delle sue preoccupazioni e del suo stato d’animo.

In una conversazione, aveva raccontato di essere un imprenditore divorziato e aveva descritto un desiderio espresso dalla sua madre riguardo la sua futura sepoltura.