PALERMO – Fabio Lombardo, il figlio del maresciallo palermitano Antonino Lombardo, morto ormai 25 anni fa, sceglie la diretta Facebook per parlare e raccontare la sua verità sul decesso del padre.
Il 4 marzo saranno passati 25 anni da quella morte coperta ancora da profondi misteri. La lettera d’addio, l’impugnatura della pistola, il proiettile trovato fuori dall’auto e le numerose contraddizioni presenti all’interno delle dichiarazioni delle persone ascoltate.
Il maresciallo venne trovato morto al’interno della propria auto nella caserma dei carabinieri Bonsignore di Palermo. Un colpo alla testa e una lettera di addio, il fatto venne ritenuto un suicidio.
Ma, secondo il figlio, le cose non quadrarono fin da subito. Fabio Lombardo racconta di un incontro che il padre ebbe dopo pranzo con il capitano Baudo, che gli avrebbe consigliato di non rispondere alle chiamate e di non presentarsi all’appuntamento col colonnello Cagnazzo. Stando alle parole del figlio del maresciallo, da questo momento iniziano a susseguirsi una serie di eventi poco chiari.
Un buco temporale pieno di aspetti bui che va dalle 20,30 alle 22,30, orario in cui il maresciallo venne trovato morto. A seguito del ritrovamento vennero ascoltati numerosi carabinieri e redatte delle relazioni che non sarebbero veritiere, secondo quanto ricostruito da Fabio Lombardo.
Tra le persone sentite il capitano De Caprio, meglio noto come Ultimo. Sarebbe stato lui a riconoscere per primo il maresciallo ferito alla tempia in compagnia del brigadiere Moscia. Ultimo sarebbe uno dei pochi che avrebbe sentito il colpo di pistola, contrariamente a quanto affermerebbero altri carabinieri.
Un altro importante punto di domanda riguarda la lettera di addio che avrebbe lasciato il maresciallo. Su questo documento non sarebbe mai stata eseguita alcuna perizia.
Fabio Lombardo cita anche un famoso viaggio che il padre avrebbe dovuto sostenere per riportare in Italia Badalamenti, ma forse qualcuno non voleva che il boss mafioso arrivasse in Sicilia, continua il figlio di Lombardo che continua a lottare per la verità, convito che ci sia qualcuno che si opponga alla giustizia.
Dalla parole del figlio emerge una profonda amarezza e rabbia che deriverebbero dall’isolamento cui è stato destinato. Fabio Lombardo avrebbe chiesto udienza più volte alla Commissione Nazionale Antimafia, ma l’incontro non si sarebbe ancora verificato.
Fonte foto: Antimafiaduemila