PALERMO – Seduta ad alta tensione all’Assemblea regionale siciliana. È stata infatti ignorata la proposta del governo Schifani di stralciare 20 dei 54 articoli contenuti nella manovra quater. L’Aula, al rientro in seduta, ha deciso di procedere comunque con il voto articolo per articolo.
Le norme bocciate
Una scelta che si è rivelata un percorso accidentato per la maggioranza: il governo è infatti andato sotto per ben tre volte, complice la presenza di franchi tiratori che, approfittando del voto segreto, hanno sostenuto gli emendamenti soppressivi presentati da Pd e M5s.
Tra le norme bocciate figura anche il Fondo per l’editoria: in questo caso l’Aula ha approvato un emendamento soppressivo del Movimento 5 Stelle, primo firmatario Antonio De Luca, con il sostegno di 14 franchi tiratori.
Il commento di Galvagno
Durante la concitata discussione, è sfuggito a microfono acceso un commento del presidente dell’Ars, Gaetano Galvagno: “Perché sottoporsi a questo massacro?”.
Sul resto dei venti articoli che il governo aveva chiesto di stralciare, ma che l’Aula sta comunque votando per volontà delle opposizioni, l’esecutivo regionale ha scelto di “rimettersi all’Aula”, lasciando quindi ai deputati la responsabilità politica di approvare o respingere le norme.
L’andamento dei lavori
L’andamento dei lavori sta evidenziando la profonda frattura all’interno della maggioranza di centrodestra: secondo le stime, i franchi tiratori oscillano tra 15 e 17 a seconda del voto.
Non sono però mancate le convergenze: alcune disposizioni, come i fondi destinati ai lavoratori dei consorzi di bonifica, i contributi per l’Azienda siciliana trasporti e per i Mercati agroalimentari della Sicilia, sono state approvate all’unanimità, con Pd e M5s che in diversi casi hanno ritirato i propri emendamenti soppressivi.



