Duro colpo al re del catering: i DETTAGLI del sequestro da 32 milioni di euro  – FOTO e VIDEO

Duro colpo al re del catering: i DETTAGLI del sequestro da 32 milioni di euro – FOTO e VIDEO

MESSINA – La Dia di Messina, supportata dal centro operativo di Catania, a conclusione di un’attività investigativa – culminata nella proposta di applicazione di misura di prevenzione patrimoniale formulata a “firma congiunta” dal Procuratore della Direzione Distrettuale Antimafia, e dal direttore della Dia – sta procedendo, in esecuzione a specifico provvedimento emesso dal tribunale misure di prevenzione di Messina, al sequestro di un ingente patrimonio nella disponibilità di Pietro Nicola Mazzagatti, di Santa Lucia del Mela, socialmente pericoloso e indiziato di appartenere all’organizzazione mafiosa denominata “clan dei barcellonesi”, attiva nel territorio di Barcellona Pozzo di Gotto e nei comuni limitrofi, costola di Cosa Nostra siciliana.

L’uomo, attualmente detenuto, è soggetto storicamente radicato su quei territori e, forte del suo coinvolgimento nell’organizzazione mafiosa, era in breve riuscito a ridurre i propri compaesani in una condizione di assoggettamento e omertà tale da acquisire di fatto il monopolio delle attività di Santa Lucia del Mela nel ramo della ristorazione, somministrazione di alimenti e del catering.

Nell’ambito dell’operazione denominata “Gotha VI” – attività che ha fatto luce su ben 18 omicidi consumati e 2 omicidi tentati, commessi tra i primi anni ’90 ed il 2012 – è stato colpito da ordinanza di misura cautelare personale, in quanto ritenuto direttamente coinvolto in due omicidi, quello di Fortunato Ficarra, ucciso il 1° luglio 1998 all’interno del bar “Valerie” di Santa Lucia del Mela, e quello di Domenico Tramontana, appartenente al sodalizio mafioso dei barcellonesi in posizione di vertice nell’ambito del gruppo che controllava la zona di Terme Vigliatore, ucciso il 4 giugno 2001 in località Calderà di Barcellona Pozzo di Gotto.

 

Risulta anche destinatario di misura di prevenzione personale e patrimoniale della confisca, non ancora definitiva, emessa nel 2009; la sua pericolosità sociale era fondata sul giudizio delle dichiarazioni del collaboratore di giustizia Giuseppe Chiofalo rese nel maxi processo “Mare Nostrum”, in cui lui era imputato.

Ulteriori risultanze sono emerse anche dall’“operazione Catering”, che ha visto Pietro Nicola Mazzagatti – sottoposto, per fatti risalenti al dicembre 2004, a misura cautelare e imputato anche per associazione di tipo mafioso – essere poi condannato, tra l’altro, per la tentata estorsione ai danni di un cittadino iraniano, titolare di un’attività commerciale di tappeti persiani e di una struttura adibita a sala ricevimenti a San Pier Niceto, ceduta in locazione a lui per anni che vi organizzava ricevimenti attraverso la propria ditta di catering.

Inoltre, significative sono state anche le risultanze dell’operazione “Sistema”, durante la quale l’uomo è stato condannato per il reato di estorsione aggravata dal metodo mafioso ai danni dei titolari della società CO.GE.MAR. s.r.l. di Barcellona Pozzo di Gotto, questi costretti a corrispondere, nel periodo tra il febbraio e il novembre 1998, somme a titolo di “pizzo” in relazione a dei lavori di consolidamento effettuati in seguito a eventi calamitosi in Gualtieri Sicaminò.

L’odierno sequestro scaturisce dalle investigazioni della Dia di Messina che hanno messo in luce come il malvivente con l’appoggio della consorteria criminale di riferimento “dei barcellonesi”, sia riuscito, pur colpito da precedente misura patrimoniale, a rinsaldare e fortificare il proprio patrimonio – comprensivo anche di contesti imprenditoriali importanti quale la prestigiosa struttura ricettiva e sala ricevimenti “Villa Mont Valerie”, o anche il bar/gelateria “Valerie Coffee and Pastry” nella nota località turistica di Milazzo ed appena inaugurato – schermandolo con società intestate formalmente ai suoi congiunti; il tutto senza possedere, almeno ufficialmente, entrate lecite e capienti, tali da giustificare gli incrementi patrimoniali intercettati.

Con il provvedimento in oggetto sono stati apposti i sigilli a:

  • 4 imprese comprensive di capitale sociale e compendio aziendale;
  • 14 immobili;
  • 19 terreni;
  • 10 mezzi personali ed aziendali;
  • vari rapporti finanziari, anche intestati a soggetti terzi individuati;

Il valore complessivo è stato stimato – prudenzialmente – in 32 milioni di euro.