ITALIA – Il vertiginoso aumento dei prezzi dei carburanti in assenza di una contromossa del Governo sta causando lo schizzare dell’inflazione e, quindi, di tutti i prezzi con la conseguenza che la crisi già acuita dai due anni di emergenza pandemica è divenuta insopportabile per la gran parte degli italiani.
E mentre c’è chi resta letteralmente a piedi o riduce i chilometri di percorrenza a bordo dei propri veicoli a combustione c’è chi anche s’improvvisa “ladro” di benzina o gasolio per il proprio utilizzo o anche per rivenderlo.
Si moltiplicano, infatti, i furti di carburante dalle auto in sosta, specialmente nelle ore notturne e addirittura dalle barche. C’è chi si è messo alla guida della propria autovettura e quando è ripartito si è visto con l’indicatore del serbatoio in giallo senza altre spiegazioni plausibili se non quella dell’estrazione furtiva perché i più esperti sono quasi in grado di non lasciare quasi traccia.
“Un fenomeno in crescita esponenziale che è in diretta connessione con l’aumento dei prezzi alla colonnina – rileva Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti” – che è la crisi economica a foraggiare. Si tratta di un’escalation da non sottovalutare da parte delle forze dell’ordine anche perché a pagare sono sempre ignari cittadini”.
Ricordiamo anche per coloro che si dovessero far “tentare” da queste condotte, che questo tipo di furto è ritenuto “aggravato” ai sensi dell’articolo 625 del codice penale e pertanto procedibile d’ufficio con pene da 2 a sei anni e della multa da 927 a 1.500 euro mentre chi viene trovato a in possesso senza poter fornire una spiegazione lecita rischia la non meno grave denuncia per ricettazione, reato punito dall’articolo 648 del codice penale con la reclusione da due ad otto anni e con la multa da 516 a 10.329 euro.
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