“Gancio destro” Siracusa e Catania ko: batosta pesante da cui rialzarsi (ancora)

“Gancio destro” Siracusa e Catania ko: batosta pesante da cui rialzarsi (ancora)

SIRACUSA – Derby off-limits: 1-0 del Siracusa, dopo cinque decenni dall’ultima vittoria aretusea.

24 anni d’attesa hanno portato ad una partita, quella tra Siracusa e Catania, che non ha regalato sicuramente tanto spettacolo ma alcune conferme: la squadra di Sottil i tre punti li ha cercati con più determinazione, evitando per la terza volta consecutiva di subire goal in casa mentre la difesa del Catania comincia a traballare, poiché le reti subite sono adesso 13 di cui 5 nelle ultime 6 partite.

Non soltanto questo: i rossazzurri sono stati impalpabili, cercando di impostare gioco e tenere con strette redini il risultato del pari per provare a colpire e alzare il ritmo chissà in quale parte della partita. Almeno fino al 66′ la chiave di lettura è questa, poi non sappiamo se senza il goal di Scardina sarebbe cambiato qualcosa.

Il Catania paga gli errori sotto porta, l’imprecisione di Di Grazia, il tap-in facile di Bucolo ed il liscio di Mazzarani. Tre occasioni chiave che avrebbero cambiato la partita ma forse doveva andare così, con una porta stregata. Non si è osato a sufficienza, un derby giocato senza grinta sotto certi aspetti: Bergamelli quella marcatura su Scardina non la può sbagliare, non è da lui. Ma è successo, può capitare anche se pesa come un macigno perché il goal è quello lì, quello decisivo. Stavolta è Gil a fare meglio, prendendo il ruolo di veterano in difesa: l’unica cosa da migliorare, però, è l’aggressività (se così si può chiamare) che gli costa un cartellino giallo pesante per la prossima partita contro la Casertana, dove non ci sarà.

Cosa paga e cosa non paga Rigoli? Nel primo caso, forse, non aver rilevato Parisi sin da quando soffriva particolarmente su quella fascia destra dove il Siracusa era solito ad attaccare. Ci sorge il dubbio che Di Cecco non sia in condizioni smaglianti per giocare dall’inizio. Poi il ‘falso nueve‘, giocare senza punto di riferimento quando in realtà Mazzarani (come da sua natura) attaccava dall’esterno e in mezzo, a far sentire la presenza di un centravanti, quest’ultimo non c’era. Barisic non ce l’ha fatta, Anastasi non è stato nemmeno convocato: Paolucci invece c’era e da quando ha fatto il suo ingresso in campo alcune piccolezze sono andate per il verso giusto, non quello perfetto. Con un po’ più di cattiveria il Catania il derby poteva vincerlo ma non ha osato, non ha graffiato il Leone che, a quel punto, ha colpito e fatto malissimo. Quello a cui invece Rigoli non può nulla sono gli errori sotto porta quando qualche palla goal è uscita: il ritmo si è alzato nel secondo tempo e gli etnei hanno spinto con più forza che, ripetiamo, non è bastata. Il concetto chiave, però, di questa partita è: “Se non segni, non vinci. Ma almeno non la perdere

Adesso, le critiche all’allenatore del Catania in merito alla posizione in classifica, teoricamente, non ci stanno: i punti in totale sono 31 e varrebbero attualmente il quinto posto. Questa piazza equivale tanto quanto l’attuale nono posto, ovvero i playoff. In termini di spareggi ovviamente c’è differenza ma se l’obiettivo è quello, al momento i rossazzurri lo stanno rispettando. Le polemiche prendono piede in merito a come questa squadra ha giocato qualche partita: un “gancio destro” simile è arrivato anche a Francavilla Fontana (simile perché quel Catania in terra laziale ha giocato peggio di quanto abbia mai fatto ieri), periodo positivo e crollo che non ci voleva. Dopo aver trovato la continuità in casa, sperando che non si perda, serviva quella esterna che non c’è ancora. Il pubblico rossazzurro è molto esigente specie leggendo i nomi della rosa del Catania ma c’è da dire che questo è un campionato di Lega Pro e le cattive sorprese sono all’ordine del giorno peggio di quelle che riserva la Serie B.

Cosa prospetterà il girone di ritorno? Faremo un’analisi partita per partita più avanti, perché rovesciando la medaglia e anticipando così, per linee generali, le successive 19 giornate di campionato il Catania giocherà due derby su tre fuori casa e molte squadre di un certo calibro, come Juve Stabia e Lecce, le affronterà lontano dal “Massimino”. Quindi, la mentalità da trasferta deve cambiare necessariamente: questo sì.

Ormai il derby è volato via, con tafferugli tra ultras e calciatori del Catania prima della partita e conseguente polemica Lo Monaco-Cutrufo. Nessuna richiesta dello 0-3 a tavolino, e questo toglie l’ipotesi di “violenza psicologica”, ma l’ad rossazzurro chiede che venga aperta un’indagine dal Ministero dell’Interno per la “mancata presenza di sicurezza” all’interno dello stadio, ricordando come un tifoso siracusano ad agosto fece 120 metri di campo indisturbato nel match di Coppa Italia Lega Pro.

Più che violenza, però, per il Catania è una batosta da cui doversi rialzare, ancora una volta, nonostante la squadra abbia reagito bene ai due momenti “No” dopo le sconfitte. Adesso vale il celeberrimo detto: “Non c’è due senza tre“. Quindi, se ci si è rialzati per due volte, c’è ne sarà anche una terza. Magari già da sabato prossimo.