CATANIA – La superstizione e i tanti ragionamenti legati ai riti propiziatori e alle credenze popolari rivolte alla speranza di un futuro felice sono il sale dell’intramontabile classico “Non è vero ma ci credo” di Peppino De Filippo interpretato da un ottimo Enzo De Caro sul palco del Metropolitan per la rassegna “Una stagione a 4 stelle-Gilberto Idonea”.
Un gradevole e divertente atto unico diretto e rivisitato da Leo Muscato che in una Napoli degli anni ’80 racconta con estrema dinamicità e credibilità l’esasperata superstizione di Gervasio Savastano (Enzo De Caro) direttore d’azienda ossessionato dalla paura della iettatura.
È facile rivedere nei vezzi e nelle manie del protagonista, seppure esagerati, i dubbi e le ansie di molti di noi nel rincorrere quella serenità tanto desiderata. Chi nella propria vita non ha indossato qualcosa di rosso, fatto gli scongiuri o evitato di passare sotto una scala per non attirare la malasorte? È quello che accade al più che superstizioso protagonista che vede in ogni piccolo gesto o coincidenza un possibile evento fortunato oppure una catastrofe personificata nella figura del ragioniere Malvurio, tanto che basta solo nominarlo affinchè si scatenino fulmini e tempeste.
Si ride tanto e di gusto tra equivoci e gag al limite del possibile, come quando Savastano ordina ai propri dipendenti in azienda di fare dei riti propiziatori prima di entrare nel suo studio, pieno di amuleti vari come corni rossi, ferri di cavallo o campanacci scacciaguai.
L’apice della follia scaramantica arriva quando si presenta in ufficio il gobbo Alberto Sammaria, fonte secondo il manuale del perfetto superstizioso, di gioia e prosperità tanto che lo costringe a stargli sempre accanto in modo da non interrompere il magico flusso positivo al punto di fargli sposare la figlia ma attanagliato dai sensi di colpa si confronta con la sua coscienza, proprio durante il matrimonio, spiegando il perché dei suoi comportamenti.
In una scena essenziale, curata da Luigi Ferrigno e il disegno luci di Pietro Sperduti, l’atmosfera giocosa e brillante dell’intero plot narrativo è presente in ogni battuta studiata appositamente per divertire gli spettatori, generosi negli applausi, rendendo la commedia un tripudio di divertimento capace di catturare l’attenzione di un pubblico trasversale che non può non cedere alla contagiosa allegria trasmessa dall’affiatato cast composto da Carlo Di Maio, Roberto Fiorentino, Carmen Landolfi, Massimo Pagano, Gina Perna, Giorgio Pinto, Ciro Ruoppo, Fabiana Russo e Ingrid Sansone.
Il testo scritto nel 1942 non risente assolutamente lo scorrere del tempo che con l’adattamento teatrale e la regia di Muscato riesce a coniugare perfettamente tradizione e innovazione con Enzo De Caro padrone indiscusso della scena che conquista sin dalla prima battuta.