Reddito di Cittadinanza, quale futuro? La parola agli esperti del settore

Reddito di Cittadinanza, quale futuro? La parola agli esperti del settore

CATANIA – Continua a tenere banco la “questione” Reddito di Cittadinanza, dopo vari provvedimenti governativi, alcune misure e spiragli ed alcuni dialoghi fra le istituzioni; nonostante tutto, il malcontento ancora pare essere presente fra i cittadini.

I nuovi provvedimenti per il Reddito di Cittadinanza

Il Reddito di Cittadinanza sarà sostituito da due nuovi provvedimenti: uno di questi sarà l’Assegno di inclusione, mentre i potenziali “occupabili” potranno usufruire a cominciare dal mese di settembre del Supporto alla formazione e al lavoro; fra l’altro bisogna notare il calo delle richieste di Reddito di Cittadinanza di circa il 45% rispetto l’anno precedente.

Per quest’annata ancora, il Reddito è previsto per dodici mesi per: le famiglie che hanno dei minori all’interno del loro nucleo, le persone che possiedono una disabilità, persone che hanno compiuto dai sessant’anni in su o quelle persone che si trovano in condizione di svantaggio e che partecipano ad un programma di cura e o assistenza di servizi socio sanitari.

Le opinioni di alcuni esperti

Simone Summa, sindacalista catanese ha espresso un suo parere sugli ultimi provvedimenti: “Il Reddito di Cittadinanza non può essere considerato un modello di vita! Potrebbe essere un sostegno per alcune categorie protette: non ha funzionato come avrebbe dovuto, non hanno funzionato le figure dei navigators. Non bisogna dimenticare che una parte dei percettori, pur incassando il Reddito, è riuscita comunque a mantenere un potenziale lavoro in nero, piuttosto quelli che una volta percepito il Reddito, si sono ritrovati a rifiutare delle possibili offerte lavorative. Potrebbe essere rivisitato per delle esigenze specifiche, come potrebbero essere gli affitti degli immobili o le bollette delle varie utenze“.

Salvo Tosto, responsabile patronale di sede zonale, per mezzo del lavoro che svolge quotidianamente racconta la sua opinione sul tema in questione: “Il Reddito di Cittadinanza è stato molto utile per tutte le “fasce deboli” della società, a causa anche della bassa offerta lavorativa presente sui mercati professionali, motivo per cui il Reddito, soprattutto per chi aveva spese di affitto o immobiliari è risultato essere decisivo.

Non bisogna dimenticare però, che una parte dei percettori ha approfittato, mantenendo o prendendo dei lavori in nero, piuttosto che il ruolo dei navigators non è stato sfruttato al suo potenziale. Altro aspetto da menzionare, è il fatto che il Reddito ha avuto una ‘quasi’ contemporaneità con l’emergenza pandemica, motivo per cui tutto ciò ha frenato un eventuale ricollocamento di molte di queste persone, finita infatti l’emergenza si sono incominciati a vedere dei risultati in merito a ciò.

Mi rendo conto che è giusto fare delle valutazioni complessive, ma è anche vero che in un qualsiasi nome o qualsiasi forma, debba esistere uno strumento necessario per tutelare i più disagiati, al tempo stesso bisognerebbe proporre nuovi sbocchi lavorativi, con una dimensione dignitosa, per poter sopravvivere tranquillamente“.