CATANIA – Ci sono storie che sembrano non avere mai una fine, sofferenze che sembrano potersi lenire solo con la morte, situazioni in cui lo stress mentale supera il dolore fisico e l’opinione pubblica è pronta a giudicare senza mettersi nei panni dell’altro, ad attaccare senza sapere tutta la verità, per poi cambiare e accorgersi quando già è troppo tardi che, a volte, anche l’orrido fa parte della realtà. La storia di Ylenia Bonavera è andata un po’ così. È iniziata con una grande sofferenza fisica (arsa viva dall’ex fidanzato), è proseguita con le cicatrici fisiche ma soprattutto mentali lasciate da quel macabro episodio, ha avuto un momento in cui l’opinione pubblica è andata contro la sua figura di ragazza imprigionata nel limbo della violenza subita, e si è conclusa con una tragica morte. Ylenia Bonavera, di Messina, è morta all’ospedale Garibaldi di Catania, sotto i colpi non della droga (come inizialmente si pensava), ma sembrerebbe a causa di una lama, brandita da colei che si definisce un’amica e che dichiara di essersi difesa. Oggi, intanto, si celebrano i funerali nel suo quartiere, il Bordonaro di Messina.
La verità è ancora lontana, si devono analizzare le immagini di videosorveglianza, si devono ascoltare le dichiarazioni, si devono capire le motivazioni, si deve, ancora, celebrare un funerale. Eppure, l’opinione pubblica si è ancora schierata, stavolta dalla parte di Ylenia. Messinese d’origine, catanese d’adozione. Nel quartiere San Cristoforo di Catania spuntano striscioni in suo favore. “Per sempre nei nostri cuori“, recitano i messaggi. Su Facebook, invece, emergono post contro la presunta assassina. “Infame, la stessa fine devi fare – scrive una utente su Facebook -. Non devono avere pietà per te per come non l’hai avuta per Ylenia“.
Sentimenti contrastanti, una verità “raggiunta” solo dai social e dalla popolazione, il sostegno e l’augurio di ricevere la stessa moneta per colei che sembrerebbe aver ucciso Ylenia. La storia sembra ripetersi. Ylenia è stata bruciata viva dall’ex fidanzato, aggredita nuovamente, sostenuta e poi criticata per la sua difesa ad Alessio Mantineo. Ha perso tanto, anche il bambino che portava in grembo. In tutto ciò l’opinione pubblica che le è andata contro e un continuo stress psicologico, che l’avrebbe portata a litigare con madre e infermieri e le avrebbe causato un malore.
In tutto ciò, un ex condannato a 10 anni di carcere per tentato omicidio e la lotta tra la vita e la morte, con le ustioni gravi nel corpo e nella mente. Da quel maledetto appartamento del quartiere Bordonaro di Messina, al sangue nel quartiere San Cristoforo di Catania, passando per la tragica morte al Garibaldi, il cerchio si chiude, purtroppo, in una bara per Ylenia. Una bara che verrà portata a Bordonaro oggi, per l’ultimo saluto.
Intanto, le indagini proseguono e le ipotesi si sprecano. Si pensa a una lite all’origine dell’accoltellamento (causa della morte confermata dall’autopsia), la presunta assassina ha parlato in Procura di legittima difesa, un video con la possibile aggressione ha fatto il giro del web e le frequentazioni di Ylenia sono finite nel mirino degli investigatori. E chissà per quanto tempo andranno avanti indagini ed eventuale processo. Questa la triste storia di Ylenia Bonavera, 26 anni, una vita spezzata troppo presto e scalfita ancor prima. Una ragazza che non ha avuto pace da viva e, forse, non ne avrà neanche da morta.
Ylenia Bonavera – fonte foto screen video TikTok
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