CATANIA – “Non dobbiamo essere miele della terra, ma il sale. Il sale sulla pelle brucia, ma impedisce anche di imputridire”.
È sulle orme di questa frase di Georges Bernanos che le Sentinelle in piedi di Catania, gruppo di resistenza apartitica e aconfessionale che lotta “per la libertà d’espressione e per la tutela della famiglia naturale fondata sull’unione tra uomo e donna“, scenderanno in piazza Università sabato 23 gennaio alle 18.00, per protestare contro il ddl Cirinnà che verrà votato in Senato nei prossimi giorni.
Il decreto legge, ricordiamolo, prevede la l’equiparazione tra le famiglie gay e lesbiche e quelle regolarmente sposate, con l’apertura alla pratica della “stepchild adoption”, adozione del figliastro, che legittima anche il ricorso all’utero in affitto.
“Veglieremo silenziosamente, con un libro in mano, contro il ddl Cirinnà – afferma il portavoce delle Sentinelle di Catania -. Dobbiamo far comprendere ciò che vogliono distruggere con questa legge. I figli non si comprano e ci sono cose nella vita che proprio per il loro percorso naturale, sono immodificabili, come la Famiglia e il fatto indiscutibile che un bambino nasce da un uomo e una donna”.
In particolare, ciò che le Sentinelle temono di più è la stepchild adoption, presente nell’articolo 5 del ddl Cirinnà, che, stando al loro giudizio, diventerebbe “una semplice e sterile compravendita di bambini, che avrà poi la conseguente trasformazione della maternità in un bene commerciabile e la negazione del diritto del bambino ad avere una mamma“.
La paura delle Sentinelle è che, se questo testo dovesse diventare legge, due persone adulte potrebbero ottenere il diritto di “fabbricare un bambino” con ovuli, utero e seme esterni sfruttando il corpo di donne straniere indigenti per poi tornare in Italia e vedersi riconosciuto quel bambino come figlio, “quando figlio non è“.
“Sia chiaro – tiene a precisare il portavoce delle Sentinelle – non abbiamo nulla contro le persone con tendenze omosessuali, ma è evidente che esiste una pressione potentissime delle lobby Lgbt anche in Parlamento, che con l’aiuto dei mass media, di alcuni tribunali e alcune scuole, vogliono imporre il pensiero unico relativista e così cedere alla pressione di una minoranza. Una legge non renderà uguali due realtà differenti, poiché non è lo Stato a rendere unite due persone, non è l’uomo a decidere l’ordine della realtà. Esiste infatti la legge naturale che viene prima di ogni legge statale a cui il diritto civile di un governo democratico dovrebbe piegarsi per evitare il prevalere dell’opinione del più forte”.
Le Sentinelle in piedi, in queste settimane che si avvicinano alla votazione in Senato del ddl Cirinnà, da Nord a Sud fanno sentire la loro silenziosa voce di protesta e il 30 gennaio, a Roma in piazza, si uniranno “al numeroso popolo italiano che si oppone all’idea che legge naturale venga soppressa“.