Risse all’Ecs Dogana, finisce in carcere un 15enne parente di Andrea Nizza: era il capo di una gang – VIDEO

Risse all’Ecs Dogana, finisce in carcere un 15enne parente di Andrea Nizza: era il capo di una gang – VIDEO

CATANIA – I carabinieri di Catania hanno arrestato sette persone, incluso un giovane di 15 anni (detenuto in carcere), imputate di reati come estorsione, lesioni gravi fatte da un gruppo usando armi e violenza, con l’aggravante di agire seguendo modalità mafiose.

L’operazione “Dazio”

Gli accertamenti investigativi avrebbero consentito di accertare l’esistenza di un gruppo criminale composto da numerosi soggetti di giovane età, tra cui i sette arrestati, guidati dal soggetto minorenne, familiare di Andrea Nizza, appartenente alla famiglia catanese di cosa nostra, attualmente detenuto in regime di 41 bis.

L’indagine, coordinata dalla Direzione Distrettuale Antimafia e condotta dal Nucleo Operativo della Compagnia Carabinieri di Catania Piazza Dante, ha tratto origine dall’episodio di un violento pestaggio commesso nel febbraio 2023 all’interno del locale ECS Dogana e si è sviluppata consentendo di ricostruire, attraverso l’acquisizione di sommarie informazioni e dei filmati estrapolati dal sistema di videosorveglianza della discoteca, diversi ulteriori episodi criminosi avvenuti nell’arco temporale compreso tra febbraio e giugno 2023.

Gli indagati, agendo con metodo e modalità mafiose, ostentando la loro pericolosità avrebbero sfruttato la vicinanza alla famiglia Santapaola-Ercolano, e tra il mese di febbraio e il mese di maggio 2023, avrebbero posto in essere una serie di condotte di violenza e minaccia nei confronti del titolare, dei dipendenti e dei clienti dell’ECS Dogana, in modo da creare un timore costante di nuove aggressioni o disordini violenti al fine di ottenere ingressi e consumazioni gratuite e costringere il proprietario e i suoi dipendenti a tollerare tali comportamenti aggressivi.

Le numerose azioni di disturbo e molestia, commesse ripetutamente in un ridotto arco temporale, considerate nel loro complesso, avrebbero realizzato, secondo la ricostruzione accusatoria, una vera e propria “estorsione ambientale”. Gli indagati, agendo con le modalità del “branco”, avrebbero ingaggiato finte risse per creare disordini e pericolo per clienti e dipendenti, minacciato e percosso barman e buttafuori per estorcere entrate e consumazioni gratuite, rivolgendosi a questi con frasi del tipo “se non mi fai un cocktail giro e ti sfondo tutto”, “stai zitto altrimenti ti taglio le mani”.

L’episodio più grave

In una circostanza, avrebbero addirittura interrotto una festa privata. Uno dei fatti più gravi sarebbe accaduto la sera del 27.02.2023, quando l’indagato minorenne e gli indagati Carmelo Christian Patanè, Maurizio Sottile, Gianluca Zimbone e Concetto Penna, ostentando la disponibilità di pistole, avrebbero attuato un violento pestaggio nei confronti di due giovani coetanei, procurando ad uno di essi lesioni.

In particolare, una delle vittime, dopo essere stata accerchiata dal branco, avrebbe ricevuto da uno degli indagati un colpo alla testa con il calcio della pistola e, immediatamente dopo, una sequenza di calci e pugni dal gruppo, azione violenta che non sarebbe stata interrotta neanche dalla vista delle ferite sanguinanti, dinanzi alle quali gli aggressori avrebbero proseguito la propria azione al grido “ummazzamu, ummazzamu, u stamu ammazzannu!”.

Il clima di intimidazione instaurato con tali reiterati comportamenti avrebbe permesso alla gang di spadroneggiare nel locale, costringendo il titolare e i dipendenti, fortemente intimoriti dalla parentela del minore con i Nizza, a capo di uno dei gruppi operanti nell’associazione mafiosa Santapaola – Ercolano, a farli entrare e consumare bibite senza pagare.

Conseguenza di tali ripetute incursioni violente risultavano essere, oltre ovviamente alle perdite derivanti dal mancato incasso degli ingressi e delle consumazioni, la riduzione delle presenze (apparendo il locale non più sicuro in ragione delle continue azioni del gruppo) e criticità nella gestione dei dipendenti, alcuni dei quali, intimoriti, preferivano cambiare turni di lavoro o addirittura licenziarsi.

Gli arrestati

Sono stati sottoposti alla custodia cautelare in carcere, oltre al soggetto minore:

Giuseppe Caruso, nato a Catania il 7.4.1986;
Maurizio Sottile, nato a Catania il 25.6.2001;
Giovanni Miceli, nato a Catania il 7.11.1993;
Gianluca Zimbone, nato a Catania il 29.11.1997;
Christian Carmelo Patanè, nato a Catania il 19.07.1994;

e alla misura degli arresti domiciliari con braccialetto elettronico:
Concetto Penna, nato a Catania il 14.9.2000.

Le indagini sono in corso per accertare il coinvolgimento di altri soggetti allo stato non destinatari di misure cautelari.