MAZARA DEL VALLO – Da 40 giorni, 18 pescatori, che erano a bordo dei pescherecci siciliani Antartide e Medinea salpati da Mazara del Vallo, sono prigionieri delle forze militari del generale della Cirenaica Khalifa Belqasim Haftar, con il quale l’allora ministro Minniti ha stretto e firmato accordi per bloccare le migranti e i migranti che dalla Libia volevano arrivare in Sicilia.
Per la loro liberazione, l’autoproclamato LNA, l’Esercito Nazionale Libico, ha chiesto l’estradizione di quattro scafisti libici detenuti in Italia perché condannati dal Tribunale di Catania per quella che viene definita la “Strage di Ferragosto“, che nell’estate del 2015 causò la morte di 49 migranti: i libici impedirono alle persone chiuse nella stiva di risalire sul ponte dell’imbarcazione colpendole con calci, pugni e cinghiate e la causa dei 49 decessi è stata ricondotta prevalentemente alla mancanza d’aria nella stiva.
Intanto, dopo 40 giorni dal sequestro, sono solo i parenti dei 18 pescatori a parlare di quello che è successo nel Mediterraneo l’1 settembre e a continuare a chiedere notizie dei loro cari e a chiederne la liberazione. A 40 giorni dall’accaduto non si hanno notizie certe neanche sulle condizioni dei lavoratori degli equipaggi siciliani.
Silenzio assoluto o imbarazzanti interventi, frutto della strumentalizzazione politica sulla pelle dei 18 sequestrati. E nessuno, comunque, da Conte a Di Maio e Musumeci, da Salvini a Zingaretti, mette in discussione i Trattati firmati dall’Italia con le due frazioni libiche in guerra, i Trattati che hanno permesso la costruzione in Libia, con denaro italiano e dell’UE, dei campi di concentramento per internare i migranti, campi dove vengono consumate violenze inaudite che spesso portano alla morte.
I 18 pescatori sono doppiamente in ostaggio: ostaggi dello LNA e ostaggi dei Trattati italo-libici. Il sequestro e la liberazione dei 18 lavoratori è, quindi, legata a questi Trattati firmati dal PD attraverso Minniti. La Federazione del Sociale USB Sicilia, condannando il vergognoso silenzio delle istituzioni statali e governativi italiane, esprime solidarietà alle famiglie dei 18 pescatori dei quali chiede l’incondizionata e immediata liberazione.
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