CATANIA – È finita, ancora una volta nel sangue. Il sospetto che la fuga dell’assassino di Giovanna Cantarero potesse concludersi in un suicidio si è concretizzato come una sentenza improcrastinabile.
Sebastiano Spampinato, 30 anni, è stato ritrovato senza vita all’interno di un casolare abbandonato del Villaggio “Campo di mare” a Vaccarizzo, nella periferia sud di Catania.
Qui il carnefice di Jenny avrebbe deciso di utilizzare una pistola per togliersi di mezzo. Sarà compito degli inquirenti stabile se l’arma utilizzata dal ragazzo è la stessa impugnata la sera del 10 dicembre per colpire al volto la 27enne mentre usciva dal panificio dove lavorava.
Il rapporto difficile tra Jenny e Sebastiano
Un rapporto ruvido e “burrascoso” quello che Jenny e Sebastiano avrebbero vissuto in passato. Nonostante i litigi quasi quotidiani tra i due, la ragazza non avrebbe mai presentato denuncia alle forze dell’ordine.
La sera stessa del tremendo fatto di sangue il giovane si era reso irreperibile, particolare che aveva fatto scattare un campanello d’allarme per gli inquirenti.
Omicida incastrato dalle telecamere
Le immagini registrate da una telecamere di sicurezza della zona avevano confermato la dinamica degli eventi: il 30enne, con il viso coperto da un casco integrale, si avvicina a Giovanna, la chiama per nome, le punta l’arma contro e preme il grilletto per poi allontanarsi a bordo di uno scooter.
Il seguito è ben noto, con una testimone oculare sotto choc (la collega di lavoro di Giovanna) e una madre che stringe a sé il corpo della figlia privato della sua anima.
Il sacrificio di Jenny e Vanessa
Tante le similitudini con un altro episodio delittuoso, quello di Vanessa Zappalà, la 26enne uccisa ad agosto ad Aci Trezza dal suo ex fidanzato Antonino Sciuto, in seguito suicida in un casolare nelle campagne di Trecastagni.
Pure lei, come Jenny, lavorava in un panificio ed è stata uccisa da chi diceva di averla amata in precedenza. Ancora una pistola puntata alla testa. Ancora un femminicidio. Ancora un maschio che si toglie la vita dopo aver distrutto quella altrui.
Sangue non lava sangue
Ma sangue non lava sangue, perché la giovinezza e il sorriso di Jenny e di tutte le altre donne ammazzate senza pietà non verranno mai restituite con il “pentimento” del “mostro” di turno. Ieri pomeriggio a Lineri, frazione di Misterbianco si è svolta la fiaccolata silenziosa in memoria di Jenny.
“Una fiaccolata non basta“, è però il messaggio digitato sempre più spesso sui social da parte di chi continua ad assistere alle sepolture di innocenti. E non basterà nemmeno a spiegare al figlioletto di Giovanna il perché della brutale fine della madre.
Nelle prossime ore, intanto, verrà reso noto l’esito dell’autopsia sul corpo della 27enne. In seguito, la giovane potrà essere salutata per l’ultima volta da familiari e amici in occasione dei funerali. A Catania nel giorno delle esequie sarà proclamato il lutto cittadino.
Fonte foto: Facebook – Marco Corsaro