Incendi Catania, salva la riserva naturale di San Gregorio

Incendi Catania, salva la riserva naturale di San Gregorio

SAN GREGORIO DI CATANIA – Nonostante il clima torrido dei 47° di questi giorni si stia attenuando non possiamo gridare vittoria. Ci aspettano altri giorni difficili e San Gregorio è un territorio a rischio incendi soprattutto per la presenza della riserva naturale integrata, “Immacolatelle e Micio Conti”.

Quest’ultima è stata spesso presa di mira dai promani. Nel 2017, per esempio, è stata completamente distrutta con tre punti di innesco dolosi. Ciò fu definito dal sindaco di allora, Carmelo Corsaro, “un attacco al territorio di San Gregorio, che è fulcro della viabilità di tutta l’area metropolitana“.

Per fortuna gli incendi di martedì non hanno investito il territorio sangregorese.

San Gregorio “salva” dagli incendi di ieri

I vigili del fuoco sono intervenuti solo per un piccolo incendio propagatosi alle spalle del campo sportivo, nei pressi della Riserva, senza che questa fosse interessata significativamente. La polizia locale, al comando del commissario Mario Sorbello, in sinergia con l’Università di Catania vigila nell’area della Riserva insieme al personale universitario.

La preoccupazione della consigliera Suizzo

Preoccupata della situazione anche la consigliera di opposizione, Eleonora Suizzo, che in una nota sottolinea “quanto siano preoccupanti le previsioni. Quello degli incendi è uno scenario allarmante – ha scritto – che ci coinvolge soprattutto per le zone verdi presenti nel nostro territorio. E mi riferisco in particolare alla riserva naturale ‘Immacolatelle e Micio Conti’ – ha specificato – ampio polmone verde, che, mi duole constatare, versa in stato di abbandono ormai da tempo. È presente materiale eternit, oggetti metallici in disfacimento. Insomma, mi auguro – ha concluso la capogruppo del “Progetto Civico per San Gregorio” che l’assessore al ramo, Pietro Venticinque e prima di lui il sindaco e l’amministrazione comunale tutta abbiano già in mente un piano di intervento, eventuale e straordinario, capace di prevenire i rischi fino a quando l’emergenza meteo non sarà rientrata. Sono certa che la sicurezza dei cittadini sangregoresi e la tutela del territorio stia a cuore a tutti“.

La domanda che sorge spontanea riguarda le competenze dello scerbamento: chi deve tagliare l’erba nella riserva nel mese di giugno? I proprietari dei terreni, il Comune di San Gregorio o l’ente gestore? (La riserva un tempo era gestita dal Cutgana oggi dall’Area della terza Missione dell’Ateneo Catanese).

Le risposte dell’Università di Catania

Abbiamo chiesto all’assessore alla Riserva, Pietro Venticinque, che ci ha indirizzati all’ufficio stampa dell’Università competente e finalmente dopo diversi giorni abbiamo dipanato la matassa. “In collaborazione con il comando dei vigili urbani del comune di San Gregorio è stato effettuato, a partire dal 2018, un censimento dei proprietari dei terreni ricadenti nell’area protetta – recita la missiva dell’Università -, sensibilizzando gli stessi all’applicazione delle misure di manutenzione e scerbamento in funzione antincendio, come disciplinato dalle ordinanze comunali“.

Quindi è competenza dei proprietari dei terreni tagliare l’erba nelle loro proprietà. E l’università suggerisce come applicare queste misure: “Esse riguardano – spiega – la creazione, nel periodo precedente l’acme della stagione estiva, di aree tagliafuoco nelle aree della riserva bordiere che sono limitrofe alle strade. Tale azione, infatti, ha raggiunto oggi dei risultati ottimali“.

Le parole dell’Ente gestore della riserva naturale di San Gregorio

Nel cuore della Riserva, invece, interviene l’Ente gestore “in collaborazione con l’associazione di volontariato Catania Sub – sottolineano nella nota -, con cui l’Ateneo catanese ha stipulato una convenzione nel 2019, ha creato e manutenziona viali tagliafuoco di larghezza variabile dai 4 ai 10 metri che delimitano da est ad ovest il limite meridionale della zona ‘A’ di riserva dall’area di ingresso sita in Via Bellini fino all’area di via Carducci, per una lunghezza di circa 700 metri lineari. Tale attività – conclude l’Ente gestore – non viene svolta in emergenza ma viene effettuata in maniera costante tutto l’anno ed è intensificata nel periodo da aprile a giugno in maniera tale che i viali tagliafuoco (che fungono anche da sentieri) siano pronti per il periodo in cui il rischio incendi è massimo (luglio-settembre)“.

Articolo redatto in collaborazione con Alfio Patti