Concluse le indagini preliminari sul caso Nicole. Omicidio colposo, falso ideologico e lesioni personali per medici e sanitari

Concluse le indagini preliminari sul caso Nicole. Omicidio colposo, falso ideologico e lesioni personali per medici e sanitari

CATANIA – Sono state chiuse le indagini sul caso Nicole Di Pietro, la bambina deceduta poco dopo la nascita avvenuta nella clinica Gibiino di Catania nella notte tra l’11 e il 12 febbraio 2015, con la notifica dell’avviso di conclusione delle indagini preliminari nei confronti di sei indagati.

In particolare ai tre medici già sottoposti alla misura interdittiva del divieto di esercitare la professione medica, ovvero la ginecologa Maria Ausilia Palermo, il neonatologo Antonio Di Pasquale e l’anestesista Giovanni Gibiino, viene contestato il delitto di omicidio colposo per aver cagionato, con condotte gravemente colpose, attive ed omissive, il decesso della neonata: da un lato, nella fase precedente al parto, la ginecologa non avrebbe proseguito il doveroso e accurato monitoraggio del feto durante il travaglio che avrebbe consentito di prevenire la sofferenza fetale poi verificatasi ricorrendo ad un parto cesareo d’urgenza; dall’altro lato, dopo la nascita di Nicole Di Pietro, il neonatologo e l’anestesista avrebbero eseguito manovre rianimatorie inadeguate, aggravando cosi la sofferenza respiratoria della neonata fino al suo decesso avvenuto per arresto irreversibile delle funzioni vitali consecutivo a grave sofferenza acuta fetale.

Ai tre sanitari vengono contestati anche reati di falso ideologico: false attestazioni nella cartella neonatale da parte di Di Pasquale e di Gibiino in ordine agli interventi rianimatori praticati (difformi nella tipologia e nella tempistica rispetto a quanto invece accertato nel corso delle indagini) e alle condizioni di salute della bambina immediatamente dopo la nascita, mediante l’annotazione di valori incompatibili con le reali condizioni di salute della neonata, così come accertate dalla consulenza tecnica medico-legale; false attestazioni da parte della ginecologa Palermo e dell’ostetrica Valentina Spanò nella scheda di travaglio della partoriente, dove viene riportato un valore del battito cardiaco del feto anche in questo caso incompatibile con le reali condizioni di salute della neonata risultanti dalla consulenza tecnica.

Nei confronti di Danilo Audibert e Paglia Fabrizio, all’epoca dei fatti rispettivamente Direttore Sanitario e Infermiere Responsabile di Sala Operatoria nella clinica Gibiino. vengono contestati i delitti di favoreggiamento personale e di false informazioni al Pubblico Ministero a seguito delle dichiarazioni rese da questi ultimi durante la fase delle indagini preliminari in ordine alla completezza delle dotazioni della sala parto con particolare riferimento alla dichiarata presenza del kit di emergenza neonatale, che invece, come emerso dagli accertamenti effettuati, mancava.

Alla ginecologa Palermo viene contestato anche il delitto di lesioni personali colpose ai danni di Tania Laura Egitto, madre di Nicole di Pietro, per la mancata rimozione di una garza durante le fasi di applicazione dei punti di sutura post partum, con conseguente insorgenza di un’infezione vaginale protrattasi per 13 giorni fino alla definitiva rimozione del corpo estraneo, avvenuta al Pronto Soccorso dell’Ospedale Cannizzaro di Catania.