CATANIA – Strade impraticabili, auto in panne, attività danneggiate e abitazioni allagate. È una città irriconoscibile quella che si è svegliata stamattina, all’indomani del terribile nubifragio che ha causato distruzione e morte.
Il flagello atmosferico si è manifestato con tutta la sua violenza e si è portato via anche il bene più prezioso, quello della vita umana che, purtroppo, non potrà essere restituito.
E oggi, con la breve tregua concessa dal maltempo e un sole che non riesce a spuntarla tra le nuvole ancora fitte e minacciose, si corre inevitabilmente ai ripari per scongiurare scenari ben più peggiori.
La riunione in Prefettura
Il vertice d’urgenza che si è svolto in mattinata in Prefettura, in presenza del capo della Protezione civile nazionale, Fabrizio Curcio, ha partorito un responso inequivocabile: “Non è ancora finita!“.
Per le giornate di domani, giovedì 28 ottobre, e dopodomani, venerdì 29 ottobre, è previsto infatti un nuovo peggioramento delle condizioni meteo. A fare paura è “Medicane”, l’uragano mediterraneo di categoria 1 con piogge fortissime e venti che potranno oltrepassare i 100 chilometri orari.
Catania in “lockdown”
Inevitabile, dunque, la chiusura prolungata delle scuole nel capoluogo etneo, uffici pubblici e di tutte le attività non essenziali per entrambe le giornate, così come disposto in mattinata dall’amministrazione comunale. Un vero e proprio “lockdown”. E stavolta la pandemia non c’entra.
Nel frattempo, il presidente della Regione Siciliana, Nello Musumeci, ha deliberato lo stato di emergenza regionale, chiedendo a Roma il riconoscimento dello stato di calamità. La parola d’ordine in queste ore ai piedi dell’Etna è una sola: “resistere“.