Dipendente ingannava clienti anziani alla posta: subisce estorsione da coppia catanese

Dipendente ingannava clienti anziani alla posta: subisce estorsione da coppia catanese

FAVARA – Fatta luce sul denaro sparito dai conti correnti dell’ufficio postale di Favara (Agrigento). I militari sono sulle tracce di un impiegato 62enne del posto, nei confronti del quale i carabinieri, in collaborazione con la Guardia di Finanza, hanno fatto scattare un sequestro preventivo di beni e denaro per ben 573mila euro, pari alle somme indebitamente sottratte nel tempo. Arrestata anche una coppia favarese ritenuta responsabile di aver estorto, a più riprese, 250mila euro proprio all’impiegato infedele.

Particolarmente complessa è la vicenda sulla quale i carabinieri della Tenenza di Favara hanno indagato nella seconda metà dell’anno passato, riuscendo a fare luce, sotto il coordinamento del Sostituto Procuratore della Repubblica di Agrigento, su una serie di strani ammanchi di denaro segnalati nel tempo da numerosi clienti, soprattutto anziani, di un ufficio postale di Favara.

I militari stanno cercando l’uomo ritenuto l’artefice di una serie di raggiri posti in essere sin dal 2011 e portati avanti fino al dicembre 2017. L’uomo viene accusato di essersi appropriato indebitamente di una somma di oltre 570mila euro.

In particolare, le Fiamme Gialle hanno dato luogo a una indagine patrimoniale finalizzata a individuare e aggredire le consistenze economiche dell’indagato. Il sequestro preventivo ha colpito, nel dettaglio, ben 9 immobili, alcuni rapporti bancari, 3 rapporti assicurativi e 2 automezzi.

La vicenda è partita dalle numerose denunce presentate nel 2018 da una sessantina di anziani clienti dell’ufficio postale. Il modus operandi prendeva le mosse proprio dalla selezione di clienti particolarmente anziani e vulnerabili, i quali, dietro pressante consiglio dell’impiegato 62enne, gli lasciavano sostanzialmente in custodia i propri libretti di risparmio, cedendo anche alla lusinga della proposta di accedere a buoni fruttiferi, il cui contenuto era in seguito sistematicamente oggetto di prelievi e rimborsi non autorizzati. In un caso, per esempio, uno dei due buoni fruttiferi consigliati (da 2500 euro ciascuno) era, in realtà, semplicemente una fotocopia, la cui cifra è stata poi fatta sparire.

La complessa vicenda va ad intrecciarsi poi con la condotta tenuta da una coppia attualmente residente nel Catanese (la donna 43enne originaria di Favara e il coniuge 38enne originario di Messina). Venuta a conoscenza di particolari imbarazzanti della vita privata dell’impiegato, a più riprese, dietro la minaccia di rendere pubbliche situazioni sconvenienti, ha estorto, tra il 2016 e il 2017, ben 250mila euro all’impiegato che, con tutta probabilità, ha attinto l’ingente somma versata a più riprese, dai 573mila euro accaparrati nel tempo.

Ed è proprio la denuncia per estorsione presentata dall’impiegato, quando già era oggetto di pressanti indagini da parte dei carabinieri, ad aver consentito ai militari di ricostruire l’intera vicenda estorsiva e di far scattare, questa mattina, gli arresti domiciliari a carico della coppia catanese, su disposizione del giudice delle indagini preliminari del Tribunale di Agrigento e su richiesta del Sostituto Procuratore della Repubblica.

Foto di repertorio