TRAPANI – Si era verificato nell’ottobre 2016 il primo caso di contagio del virus della febbre del Nilo, trasportato da una zanzara nordafricana in Sicilia e, nello specifico, a Trapani. Lo aveva confermato anche l’European Centre for Disease Prevention and Control. Si tratta di una malattia infettiva che le zanzare riescono a trasmettere ai mammiferi, compreso l’uomo.
Il contagio avviene per mezzo della puntura delle zanzare infette e l’incubazione può andare dai 3 ai 15 giorni. Fortunatamente, l’infezione non si trasmette da uomo a uomo.
Se la zanzara infetta punge una persona sana può portare una leggera febbre. Altri sintomi riconosciuti sono mal di testa, nausea, vomito, rigidità del collo, linfonodi ingrossati e momenti di appannamento. Ma nei casi più gravi, in soggetti più delicati come bimbi e anziani o persone che hanno già alle spalle qualche patologia, può portare a forme di meningite, encefalite e anche al decesso.
L’ultimo caso in ordine di tempo è stato registrato a Jesolo, in Veneto, circa un mese fa. Così, l’azienda sanitaria del Veneto Orientale Ulss 4 ha chiesto di intensificare i piani di disinfestazione, di coprirsi, di mettere i repellenti e di indossare anche in spiaggia abiti e indumenti chiari soprattutto dal tardo pomeriggio, quando le zanzare infette si aggirano.
Le temperature calde e umide estive potrebbero, quindi, far nuovamente avvicinare questi insetti all’isola, dove, da giorni, è stata registrata la presenza di ragni violino.
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