SADE: la voce sofisticata della musica

SADE: la voce sofisticata della musica

Affascinante, enigmatica, voce sensuale, cantante icona degli anni 80, è solita andare in tournéé su tacchi a spillo vertiginosi. La leggenda narra che lei chieda ai suoi fedelissimi di non parlare mai di lei, anche se in verità è lei la prima a tenere la bocca chiusa. In 30 anni di carriera le interviste si contano sul palmo della mano e qualche tempo fa persino un cronista selezionato si è arreso di fronte al “glamorous” enigma.

Nata dall’unione tra padre nigeriano e madre britannica, Helen Folasade Adu è meglio conosciuta nel mondo col nome di Sade, nome che conserva ancora forti le sue origini africane, quelle stesse origini che le hanno fatto attingere la passione per la black-soul music, quello stesso mondo fatto di dolori e malinconie che caratterizza i miti che l’hanno generata da Marvin Gaye a Curtis Mayfield, che saranno gli ingredienti segreti base per il suo stile e dell’immaginario evocato dalla sua musica.

Abbandonato il gruppo di partenza i Pride perché distanti dal tipo di sound che lei ha in mente, nel 1984 parte il progetto Sade, pubblicando l’album di debutto “Diamond Life” differenziandosi dal resto degli artisti black del periodo per la ritmica definita di “plastica”, i suoi segreti saranno due: una componente sensuale e una forte carica erotica. Sade incanta con melodie più sofisticate con brani dove si respira la stessa “aria” della Motown ma anche il pop più tradizionale e bianco in cui jazz e un groove pacato e suadente diventano la base su cui adagiare accattivanti ritmi di samba. E ci riesce in brani come “When am i going to make a living” o brani come “Your love is king”.

Alla fine dell’anno 1985 esce l’album “Promise”: l’atmosfera si fa più elegante e raffinata come per il brano “Sweetest taboo” ma sarà col brano “Smooth operator” ad aggiudicarsi il maggior successo, singolo omaggiato persino da PRINCE, 20 anni dopo, quando lo citerà nel suo brano a favore delle vittime dell’uragano Katrine. “Love delux” viene pubblicato nel 1992. In molti restano sorpresi dalla loro evoluzione. Anziché cavalcare l’onda dell’acid jazz, o riproporre la solita formula, Sade ritorna con un album che non rinnega la pacatezza dei suoi anni 80 accentuandone i temi drammatici, riducendo gli arrangiamenti all’osso (la toccante Pearls ne è un esempio, quasi a cappella si diffonde su un tappeto di riverberi e archi), puntando tutto su atmosfere rarefatte come nella strumentale “Mermaid”, sottolineando i brani con ritmi più sinuosi rendendo il suo canto più ipnotico e suggestivo, come per il brano sicuramente più rappresentativo “No ordinary love”.

Un lavoro più maturo e sensuale dove per la prima volta il gruppo ha guardato avanti anziché al passato, consapevole ormai dei propri mezzi. Da questo momento in poi è buio per Sade impegnata a mettere su famiglia. Ritornerà solo nel 2000 con l’album “Lovers rock”, dove finalmente vedono la luce brani come “By your side” dalla ritmica cullante e l’agrodolce “King of sorrow”. Ancora una volta Sade sembra trovarsi a suo agio nella nuova veste, capace di spaziare, con la solita eleganza, con brani perfettamente soul come “Somebody already broke my heart” sino a brani più aspri come “Slave” e “Immigrant” dove per la prima volta introdurrà nella sua musica le radici africane e sapori tribali che la caratterizzano.

Sarà “Soldier of love” il titolo dell’album scelto da Sade per il ritorno sulle scene, dove si ritrovano gli stessi suoni caldi e corposi, le stesse nuances etniche, con una sola particolarità: la voce di Sade diventa più espressiva e più profonda a tratti quasi “cupa”. Si tratta probabilmente del disco più romantico e cantautorale di Sade, quello dove si ha l’impressione di ascoltare il suo album di debutto come solista e non quello di una band. Ma quando all’orecchio arriva la classe immutata con cui Sade accarezza impeccabili lenti da manuale come nei brani “The moon and the stars” e “Long hard road” (accompagnata da un bel crescendo di archi) o l’elegantissima torch-song in “Another time”, come non se ne sentivano da tempo, si capisce che è tornato, nuovamente, il gruppo.

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Sade tornerà sulle scene musicali nel 2017, all’eta’ di 59 anni, con un nuovo lavoro intitolato “Grave”. Nell’attesa contempliamo la misteriosa donna bellissima dalla voce struggente, che sul palco, al ritmo di una musica marziale, è capace di intonare tra lampi, tuoni e rulli di tamburo i versi di “Soldier of love” (non c’è giorno che non mi senta lacerata, abbandonata…) in un’area mista di malinconia, calma e tempesta insieme.