SICILIA – Il traguardo è ancora lontano ma i “motori” iniziano a scaldarsi fin da subito. La corsa ai grandi appuntamenti elettorali del 2022 è già scattata e non si escludono – come sempre – colpi bassi per raccattare le simpatie degli indecisi.
All’orizzonte, però, c’è l’antipasto delle Amministrative del 10 e dell’11 ottobre, con eventuale ballottaggio il 23 e il 24 ottobre. Saranno 43 i Comuni siciliani che andranno al voto. Tra questi anche la “new entry” di Misiliscemi, nato lo scorso febbraio dalla fusione di 8 frazioni che si sono distaccate dalla città di Trapani.
Ed è a ridosso della chiamata alle urne nei piccoli centri siciliani che ci si gioca le prime carte in vista del prossimo anno. Gli “assi” sono giunti da Roma per approfittare del terreno fertile.
Da un lato l’ex premier Matteo Renzi che manda messaggi agli ex “amici” Sammartino e Sudano transitati in orbita Lega, dall’altro il sottosegretario alle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri che promette un’imminente visita di Giuseppe Conte (senza specificare quando).
La seconda volta di Musumeci
Nel frattempo, tra i corridoi di Palazzo d’Orleans il governatore in carica Nello Musumeci intende raccogliere quanto seminato in questi anni alla presidenza della Regione Siciliana, aspirando a una riconferma per un secondo mandato.
Una scelta ponderata ma voluta dall’attuale presidente per completare il lavoro fin qui svolto – parlando con la gente – e rimettere in piedi l’Isola (“ho trovato solo macerie”, aveva dichiarato esattamente due anni fa Musumeci ospite alla nostra redazione).
Tuttavia, ci sono da affrontare anche le “giravolte” di Matteo Salvini che ha già ufficializzato un altro candidato e le ambizioni di Cateno De Luca che non vede l’ora di sfilarsi la fascia da primo cittadino di Messina per lanciarsi nella contesa. La sfida è servita.
La “tappa” Palermo
A tal proposito, per l’ex presidente della provincia di Catania potrebbe risultare fondamentale il segnale proveniente nei prossimi mesi da Palermo, con la sindacatura di Leoluca Orlando agli sgoccioli.
Il nome più probabile è quello di Roberto Lagalla, assessore regionale all’Istruzione e Formazione al quale potrebbe non dispiacere l’ipotesi di una candidatura.
Proprio a Palermo Lagalla sembra essere molto attivo nelle ultime settimane, così come testimoniato dai numerosi post social che lo ritraggono particolarmente impegnato all’ombra di monte Pellegrino. Indizi eloquenti.
Coronavirus e rifiuti
Intanto, con la campagna elettorale sullo sfondo, nell’isola si continua a lavorare per fronteggiare le due grandi emergenze del periodo legate al Coronavirus e ai rifiuti. Sotto il profilo sanitario, la settimana appena trascorsa ha confermato la Sicilia nuovamente ai primissimi posti per quanto riguarda le positività, nonostante un parziale decremento.
A causa dei contagi, il territorio siciliano continuerà a rimanere in zona gialla ancora per una sette giorni, in attesa del sospirato reintegro in zona bianca. Diversi anche i casi di Covid-19 nelle scuole, con alcuni istituti che hanno già provveduto a rispolverare la Didattica a distanza.
A tal proposito, la Regione Siciliana continua a confidare nella campagna vaccinale. L’imperativo di Musumeci è sempre lo stesso: vaccinare anche quella “minoranza di testardi che ritiene che il vaccino sia inutile e dannoso“.
Dal lato dei rifiuti, con le difficoltà dovute alla chiusura della discarica di Lentini, solo pochi giorni fa il Dipartimento Regionale delle Acque e dei Rifiuti ha disposto il trasferimento di 1.500 tonnellate di scarti da Catania a Palermo. Ma non può bastare per superare la crisi.
“La soluzione non può essere certo fare diventare la Sicilia una enorme discarica“, ha ribadito pochi giorni fa Daniela Baglieri, assessore regionale all’Energia. Come evitare il disastro? L’unica via d’uscita – almeno secondo la Regione – sembra essere quella dei termovalorizzatori. Un altro tema che, con buone probabilità, verrà ripreso anche nei prossimi mesi in vista della cavalcata in direzione della presidenza.