CATANIA – La verità sul buco di bilancio della Regione Siciliana, i progetti realizzati e da realizzare ma anche il quadro politico nazionale ed europeo. Una intervista a 360° quella che, nella nostra redazione, ci ha concesso il Presidente della Regione Siciliana Nello Musumeci.
La coerenza in politica, questa “illustre sconosciuta”, in un contesto nazionale che fa tanto discutere e, per certi versi, ancor di più disaffezionare i giovani e gli elettori in genere verso le urne, alimentando un astensionismo crescente.
Non sono mancati i momenti di autocritica, allorquando il Presidente ha riconosciuto che, almeno nella prima parte del suo mandato governativo regionale, non ha saputo comunicare ai siciliani. Proprio lui che, politico di lungo corso nonché anche giornalista, ha preferito “agire” piuttosto che “proclamare”.
L’Autonomia siciliana, affrontata con responsabilità ed accurata analisi, sviscerando le problematiche di un’opportunità mai sfruttata in 70 anni. Ma anche le vertenze lavorative aperte (come quella della Blutec degli ex lavoratori Fiat di Termini Imerese), la crisi occupazionale e infrastrutturale, le opportunità di rilancio dell’Isola. I 350 milioni di euro impegnati a favore dell’edilizia scolastica per rendere più sicure le scuole siciliane. E i cambiamenti di una terra nella quale, come sostiene Musumeci “ci sono tre nemici storici: la mafia, la rassegnazione, la burocrazia. E di queste è più facile sconfiggere la prima piuttosto che le altre due“.
Un presidente “blindato” che, tuttavia, non ha paura delle sue azioni ed è consapevole di ogni suo operato. Contro tutto e contro tutti. Pur di colmare un atavico divario tra Nord e Sud che, a suo avviso “può essere superato attraverso un tavolo per il Mezzogiorno che, in cinque o sei o sette anni, possa operare in deroga alle estenuanti norme comunitarie e nazionali“.
Ma, in questa approfondita ed esclusiva intervista, si è parlato anche del governo nazionale, dell’Europa e dei cambiamenti che devono e possono essere apportati per il bene della Sicilia.
Per i prossimi 3 anni, fino alla fine del suo mandato, Musumeci si è dato un preciso obiettivo: “Occorre seminare – ha detto il presidente – perché io ho trovato solo macerie; una Regione allo sfascio nella quale serve l’essenziale. Desidero lasciare al mio successore una Sicilia normale“.
E, a questo punto, la domanda è sorta spontanea: ma quante possibilità ci sono che Musumeci sia anche il Presidente del raccolto e non solo quello della semina?
“Non lo escludo – ha confessato il governatore -. Potrei anche raccogliere le sollecitazioni di chi mi dice di continuare. Vedremo a tempo debito se ci saranno le condizioni“.
Intanto, però, l’intenzione (che prima mancava “categoricamente”) adesso c’è. Elettori permettendo, dunque, un Musumeci che succeda a Musumeci non è affatto da escludere. Anzi.
Di seguito l’intervista integrale al Presidente, Nello Musumeci.