MODICA – Paura nei giorni scorsi sulla Strada Provinciale che collega Modica e Pozzallo, nel Ragusano, per la caduta di calcinacci da un cavalcavia che passa sopra l’arteria. La causa sarebbero le infiltrazioni d’acqua dovute alle forti piogge di questi giorni.
La situazione poteva diventare ancora più grave perché al momento dell’arrivo dei vigili del fuoco per la messa in sicurezza del viadotto altri pezzi si sono staccati e sono caduti su un’auto che stava passando proprio in quel momento.
Il Codacons ha dato incarico a Elisa Di Mattea di presentare un esposto alla Procura di Ragusa anche alla luce del reato di attentato alla sicurezza dei trasporti.
L’avvocato Carmelo Sardella, dirigente dell’ufficio legale Codacons, dopo il crollo di calcinacci del viadotto in questione, ha evidenziato come gran parte delle strade, autostrade e viadotti siciliani siano insicuri, spesso impercorribili e comunque privi della necessaria manutenzione. “Chiediamo alla Procura – afferma l’avvocato Sardella – di accertare le responsabilità della omessa manutenzione e messa in sicurezza di gran parte dei viadotti siciliani. Infatti, la segnaletica verticale è in gran parte coperta dalle piante. Le condizioni del manto stradale sono pessime, essendo pieno di buche e crepe che mettono costantemente a rischio l’incolumità degli automobilisti e in particolar modo dei motociclisti. Per di più, gli interventi di manutenzione, che vengono fatti a macchia di leopardo, hanno una scarsa durata. In particolar modo, la situazione dei viadotti è ad alto rischio poiché ci sono evidenti tracce di assenza di manutenzione, e il ferro portante risulta esposto alle intemperie ormai da tempo”.
Giovanni Petrone, presidente regionale Codacons, ha invocato una task force per il monitoraggio e la messa in sicurezza di viadotti e gallerie in Sicilia e si chiede che fine abbiano fatto i fondi stanziati per le opere che si rendono ormai indispensabili sulla rete stradale viaria dell’ex provincia regionale di Ragusa, alle prese con situazioni di degrado dovute all’incuria.
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