Cefalù: al San Raffaele Giglio tecniche mininvasive per trattamento aneurisma addominale

Cefalù: al San Raffaele Giglio tecniche mininvasive per trattamento aneurisma addominale

CEFALÙ – Nuove tecniche mininvasive per interventi di chirurgia vascolare, particolarmente complessi, come il trattamento dell’aneurisma dell’aorta addominale, sono state impiegate al San Raffaele Giglio di Cefalù.

L’aneurisma dell’aorta addominale è una patologia ad altissimo rischio. La tecnologia permette, oggi, di intervenire anche su pazienti anziani che altrimenti non potrebbero essere trattati per via tradizionale e che andrebbero incontro a conseguenze irrimediabili in caso di rottura dell’aneurisma.

Così il Giglio ha eseguito tre interventi di dilatazione dell’aorta addominale, su pazienti in età avanzata, una media di 80 anni, mediante accesso percutaneo dai vasi femorali e in anestesia locale. Una procedura eseguita in sala emodinamica ed ecoguidata.

Il trattamento richiede complessivamente circa un’ora e consiste nell’introdurre in via percutanea, dai vasi femorali, un’endoprotesi che va ad escludere la zona aneurismatica impedendone la futura rottura e ripristinando il flusso sanguigno, quindi, la successiva chiusura degli accessi esterni, con avanzati sistemi percutanei, evita incisioni chirurgiche, determinando altresì un apprezzabile decremento della percezione e dell’indice di dolore post operatorio, consentendo così al paziente una rapida ripresa funzionale, che fa si che la dimissione possa essere esitata già nelle 24 ore successive alla procedura chirurgica. Il tutto rende possibile contenere i giorni di ospedalizzazione, coniugando dunque il contenimento dei costi di sistema, con l’importante risultato di garantire un trattamento di maggior confort per il paziente, a fronte della sua minore invasività.

“Tecnologie avanzate e grandi professionalità, consentono alla nostra struttura – ha detto il direttore generale Vittorio Virgilio – di offrire una sanità d’eccellenza, efficace, che riduce i rischi e i tempi di ricovero in ospedale, questo in linea con l’evoluzione della sanità moderna”.

Le nuove procedure sono state attuate grazie alla collaborazione avviata con Pierfrancesco Veroux, direttore della chirurgia vascolare e centro trapianti del policlinico universitario di Catania, e direttore della scuola di specializzazione in chirurgia vascolare della stessa città, che rileva: “Solo ospedali che hanno un’alta tecnologia, professionalità e un’alta disponibilità di dispositivi possono eseguire questi trattamenti per via percutanea”. I trattamenti sono stati eseguiti in equipe con i chirurghi vascolari Mauro Scialabba e Leonildo Sichel.

Maria Grazia Elfio