PALERMO – Si dice che “il cane è il migliore amico dell’uomo”, quell’animale che capta le emozioni del proprio padrone e che decide di stargli accanto, di non arrabbiarsi mai e di accoglierlo sempre con gioia, apprezzandolo e amandolo. Fino alla fine dei suoi giorni, letteralmente.
È il caso di Umberto Salvo di Pietraganzili, il pensionato morto carbonizzato due giorni fa in via Arrigo Boito a causa di un incendio che gli ha bloccato le vie respiratorie, soffocandolo. Emergono però nuovi ed emozionanti dettagli.
Come riporta La Repubblica, Umberto Salvo aveva tre cani: un douge de Bordeaux e due mastini napoletani, che lo hanno protetto dopo quanto accaduto. O meglio: il dogue è stato accanto all’uomo fino al suo ultimo respiro. Si è seduto accanto a lui, guardandolo e quasi prendendosene cura. Poi è morto accanto al suo padrone, nella vana speranza di poterlo salvare.
Gli altri due mastini, invece, hanno impedito per un bel po’ di tempo alla polizia scientifica di effettuare i rilievi. Nessuno poteva avvicinarsi, il loro era un palese senso di protezione, un amore incredibile che è esploso, in senso positivo, insieme con l’incendio al sesto piano di quel palazzo. Per far uscire i cani dalla stanza, la polizia ha dovuto contattare un allevatore di Misilmeri. Soltanto dopo il suo arrivo, gli agenti hanno potuto effettuare i rilievi.
Assieme a Umberto, in quel momento, c’era un suo amico che si è subito rifugiato nel terrazzino: quando tutto era giunto al termine, si sentiva terrorizzato, sotto shock. Non rispondeva a nessuna domanda, guardava il vuoto appoggiato alla ringhiera. Le sue condizioni non sono gravi.