Sparatoria allo Zen, in ospedale padre e figlio e in manette due fratelli: la ricostruzione e I NOMI

Sparatoria allo Zen, in ospedale padre e figlio e in manette due fratelli: la ricostruzione e I NOMI

PALERMO – Nella notte appena trascorsa, la Squadra Mobile della Questura di Palermo ha eseguito un provvedimento di fermo di indiziato di delitto, aggravato dal metodo mafioso, emesso dalla procura della Repubblica – DDA di Palermo, a carico di Letterio Maranzano, 35enne nato a Palermo, e Pietro Maranzano, 22enne nato a Palermo, responsabili del tentato omicidio di Giuseppe Colombo e Antonino Colombo, padre e figlio, feriti da più colpi di arma da fuoco in via Filippo Patti, allo Zen.

Intorno alle 3 del pomeriggio di ieri, sulla linea di emergenza sono arrivate diverse segnalazioni di colpi di arma da fuoco allo Zen, finché al pronto soccorso dell’ospedale Villa Sofia sono stati trasportati 2 feriti, Giuseppe e il figlio Antonino Colombo, con diverse ferite di colpi d’arma da fuoco. Sul posto sono giunte le Volanti e la Squadra Mobile, che individuavano il luogo della sparatoria lungo la via Filippo Patti. Sul posto gli agenti hanno repertato una decina tra proiettili e bossoli, lasciati sul selciato a documentare la sparatoria che si era appena consumata.

Le prime investigazioni, sotto la costante direzione della D.D.A. di Palermo, nell’arco della serata trovavano spunti decisivi per l’individuazione dei responsabili, che hanno consentito di ricostruire un quadro indiziario complesso e coerente sul conto dei fratelli Letterio e Pietro Maranzano e li identificava come responsabili del tentato omicidio dei 2 fratelli.

Dei due, il maggiore, Letterio, non è nuovo alle Forze dell’Ordine, vicino alle famiglie mafiose dello Zen e già gravato da precedenti, tra gli altri, per associazione a delinquere di stampo mafioso.

Gli inquirenti hanno ricostruito l’accaduto nelle ore successive, riuscendo a mettere in ordine tasselli che inquadravano la sparatoria e il ferimento dei Colombo come il triste epilogo di una contesa iniziata la mattina precedente, quando le vittime si sono fronteggiate con un gruppo di persone, capeggiate dai Maranzano; da quell’incontro, nasceva una discussione, presto giunta a spintoni e testate.

Ad avere la peggio erano padre e figli, che da lì a poco diventavano bersaglio di un assalto da parte di un commando armato, di cui gli odierni fermati erano parte attiva, insieme con altri al momento rimasti ignoti.

In via Filippo Patti si è consumato il delitto, con l’esplosione di oltre una decina di colpi di arma fuoco che hanno ferito Giuseppe Colombo alle braccia e alla gamba sinistra, il figlio Antonino al gluteo.

Il commando armato che i due fratelli avevano allestito ha raggiunto padre e figlio a bordo di più auto di grossa cilindrata, “scortateda moto e scooter, da cui scendevano una decina di persone che, armi in pugno, hanno inseguito gli obiettivi e sparavano contro di loro, ad altezza d’uomo, per poi dileguarsi solo dopo avere lasciato sul selciato una decina tra proiettili e bossoli. Feriti dall’assalto, il Giuseppe e il figlio Antonino sono stati caricati in auto e portati in ospedale.

Il complesso degli elementi indizianti nel frattempo raccolti, una volta messi a partito, hanno indotto la procura della Repubblica a emettere un fermo di indiziato di delitto, aggravato dalle modalità mafiose, a carico dei 2 fratelli che sono stati arrestati dagli agenti della Squadra Mobile.

Fonte foto Fanpage.it