Commemorazione per il giornalista Cosimo Cristina ucciso dalla mafia 57 anni fa

Commemorazione per il giornalista Cosimo Cristina ucciso dalla mafia 57 anni fa

PALERMO – Cerimonia di commemorazione per il giornalista Cosimo Cristina ucciso dalla mafia 57 anni fa. L’iniziativa, organizzata dal giornale Espero in collaborazione con l’Istituto Superiore Stenio e il patrocinio del Comune di Termini Imerese si svolgerà domani 5 maggio alle ore 11 nel luogo dove venne rinvenuto il corpo senza vita del coraggioso cronista, nella zona dell’ex stabilimento Olis.

Previsto l’intervento di Alfredo Morvillo, Procuratore della Repubblica di Termini Imerese, di Girolamo Di Fazio, Commissario Straordinario del Comune di Termini Imerese, Giusy Conti, docente dell’Istituto “Stenio” e di Alfonso Lo Cascio Direttore della Rivista Espero.

Verrà deposta una corona di alloro davanti la lapide che ricorda il coraggioso giornalista termitano. Il Coro di voci bianche della scuola media Tisia d’Imera, diretto da Loredana Russo, eseguiranno dei brani musicali. Saranno presenti rappresentanze di tutte le scuole della città. “Come ogni anno – afferma Alfonso Lo Cascio, Direttore della Rivista Espero – torniamo a ricordare la figura del coraggioso giornalista termitano Cosimo Cristina, ucciso, un giorno di maggio di 57 anni fa, dal potere politico affaristico mafioso che governava la città. Non è uno stanco rituale ma la testimonianza del valore dell’impegno del giovane cronista che va indicato come esempio non solamente per chi fa questo mestiere ma per tutta la comunità e soprattutto per le giovani generazioni. Se questo territorio è cambiato lo si deve anche al sacrificio di Co.Cri, come si firmava nei suoi articoli, che ha testimoniato con la vita cosa significa fare il giornalista e con coraggio ha denunciato il malaffare di un territorio. Con il solo torto di credere che la verità e la legalità fossero più forti di qualsiasi potere criminale”.

Cosimo Cristina, nato a Termini Imerese l’11 agosto 1935, ha collaborato tra il 1955 e il 1959 come corrispondente per il giornale L’Ora di Palermo, per Il Giorno, per l’agenzia Ansa, per il Corriere della Sera, per Il Messaggero e per Il Gazzettino. Nel ’59, fonda il settimanale Prospettive Siciliane dove racconta la mafia di Termini e della Madonie in anni in cui nessuno osava nemmeno nominarla. Iniziano le minacce e le querele.

Il 5 maggio 1960, ad appena 25 anni, Cosimo Cristina viene ritrovato privo di vita nel tunnel ferroviario di contrada Fossola, tra Termini e Trabia. Non viene nemmeno disposta l’autopsia: per gli inquirenti si trattava di suicidio. Ma i dubbi già allora erano tanti, qualcosa non quadra. Nella tasca della sua giacca vengono ritrovati due biglietti, sulla cui autenticità la famiglia ha dubitato sin dal primo momento: ma stranamente non è mai stata eseguita nessuna perizia calligrafica.

Cosimo Cristina è stato ucciso dalla mafia, anzi più precisamente suicidato da Cosa Nostra, qualcuno azzarda, ma come spesso accade in questi casi, nessuno sa niente, chi sa non parla, chi parla viene fatto tacere e, a parte qualche articolo del solito cronista rompiscatole, a nessuno interessa più di tanto.

Il caso viene riaperto sei anni dopo: grazie al vice questore di Palermo, Angelo Mangano, è riesumata la salma e finalmente viene eseguita l’autopsia, ma effettuata dopo tanti anni, finisce per confermare l’ipotesi del suicidio. Da allora il caso Cristina è definitivamente archiviato. Una spessa coltre di oblio venne stesa sul giovane che viene vergognosamente dimenticato.