PETRALIA SOTTANA – Centinaia di persone hanno partecipato ieri sera alla fiaccolata per dire no alla chiusura del punto nascita di Petralia Sottana (Palermo), previsto dal Piano di riordino della Sanità.
In prima fila le puerpere e le mamma che, sfidando il freddo della montagna, hanno sfilato per protestare contro la chiusura dell’unico punto nascita delle Madonie.
L’appuntamento per la manifestazione denominata ‘Pro ospedale e punto nascita’ era nei pressi del bivio della Strada provinciale Petralia-Piano Battaglia. Un’iniziativa, promossa dal Comitato pro ospedale, nata a pochi giorni dalla chiusura del punto nascita.
Avviata anche una petizione on line. Presenti ieri sera numerosi sindaci, con la fascia tricolore, il parroco di Petralia Sottana, associazioni e tanti, tantissimi cittadini dei centri madoniti, da Castelbuono a Castellana, da San Mauro Castelverde a Polizzi generosa.
“Esprimiamo, come cittadini delle Madonie, la nostra protesta per il mancato riconoscimento da parte della ministra Beatrice Lorenzin, della deroga al fine del mantenimento del punto nascita presso l’ospedale Madonna dell’Alto di Petralia Sottana”, sostiene il Comitato pro ospedale.
I cittadini chiedono la riapertura della struttura e avanzano altre proposte, come la richiesta di attivare la guardia 24 ore su 24 completando anche l’eventuale dotazione tecnica e implementando le unità organiche di ginecologi e ostetriche.
Proprio ieri l’assessore del Comune di Alimena Maria Albanese, con delega alle Pari Opportunità, ha scritto una lettera al ministro Beatrice Lorenzin, per chiederle di ricevere a Roma una delegazione di donne madonite.
”Le scrivo dalle Madonie. Dovrebbe venirci a trovare, caro ministro – ha scritto l’assessore Mari Albanese nella lettera – si accorgerebbe della bellezza e della complessità di questo fazzoletto di terra meraviglioso, tra le montagne e le colline. Borghi di una bellezza unica che agonizzano e muoiono ogni giorno a causa dello spopolamento, diretta conseguenza dell’emigrazione giovanile. Eppure ci sono tantissime famiglie che hanno scelto di resistere e di non abbandonare il nostro territorio. Famiglie alle quali sarà negata la possibilità di far nascere i propri figli a Petralia Sottana, nell’ospedale di ”Madonna dell’Alto”. Quindi sulle Madonie si potrà morire soltanto, caro ministro? Non le sembra una negazione della speranza e del futuro?”.