Addio al celebre chef Salvatore Cascino, noto per aver creato l’Alì Pascià: la struggente lettera del nipote

Addio al celebre chef Salvatore Cascino, noto per aver creato l’Alì Pascià: la struggente lettera del nipote

PALERMO – Il mondo della ristorazione siciliana è in lutto per la scomparsa di Salvatore Cascino, celebre chef palermitano e capostipite di una famiglia interamente dedicata alla cucina.

Cascino prese le redini dell’attività avviata dal padre Francesco Paolo nel 1962, portandola al successo con l’apertura del Ristorante “La Botte 1962” tra Monreale e Pioppo.

Conosciuto come il “Cavaliere”, Cascino trasmetteva la sua passione culinaria ai suoi figli e nipoti, rendendo il ristorante un luogo di eleganza e prestigio e per questo frequentato da personaggi famosi come il calciatore Gianni Rivera, gli attori Walter Chiari, Alberto Lupo e Wanda Osiris e personalità dello Stato come il generale Dalla Chiesa e il magistrato Paolo Borsellino.

Ma, il momento più emozionante della sua carriera culinaria fu, nel 1982, la preparazione del pranzo e di un piatto divenuto celebre nel suo menù, il “Alì Pascià”, un semifreddo con mandorle caramellate e cioccolata calda, ideato nel ’62.

Fu un’esperienza che lo rese ancora più famoso e rispettato nel mondo della cucina. La sua fama lo ha reso una scelta popolare per banchetti nuziali.

La notizia della morte di Cascino ha suscitato grande commozione nel mondo della ristorazione e molti hanno voluto testimoniare la loro vicinanza alla famiglia con messaggi di cordoglio sui social.

In particolare, il nipote Hermes Giovenco ha dedicato una commovente lettera per ricordare il nonno e la sua straordinaria passione per la cucina, che ha lasciato un segno indelebile nella storia culinaria della Sicilia.

Riportiamo la struggente lettera del nipote scritta sui social

Caro Nonno Toti, al momento non riesco a chiudere occhio e ho deciso di scriverti una lettera che purtroppo non leggerai mai, una lettera dove voglio ricordarti e raccontarti alle persone che non hanno avuto l’onore di conoscerti. Cercherò di scriverla senza commuovermi riportando alla mente tutti i ricordi.

La cosa che mi piaceva di te è che avevi sempre una storia da raccontare; mi raccontasti del tuo viaggio in Inghilterra, in America, e non si può non nominare quello in Giappone con il famoso aneddoto del furto del pane. Mi hai fatto innamorare di Palermo con i tuoi racconti. Mi parlavi sempre di questo “Extrabar” dove lavoravi da giovane. Grazie a te ho scoperto Totò, ricordo ancora lo spezzone della vendita della fontana di Trevi, me ne parlavi sempre e ti si illuminavano gli occhi.

Ricordo i pomeriggi a suonare insieme il pianoforte, a giocare a carte e a cantare canzoni della tua gioventù. Hai ottenuto il rispetto di tutti quanti. Hai fatto la storia della cucina siciliana, prendendo per la gola pontefici e regine. Ti ho sempre ammirato per i sacrifici fatti per portare avanti la famiglia, come i molteplici lavori che svolgevi. Non dimenticheremo mai la tua dedizione per “la Botte” e il tuo stacanovismo, come non dimenticheremo l’amore che provavi per noi nipoti.

Nonno, ti ho sempre portato su un piedistallo per i traguardi che hai raggiunto; penso ancora a quella volta che con gli amici andai a mangiare fuori e ordinammo l’Alì pascià, nessuno credeva mai che tu, mio nonno, fossi l’ inventore di questo dolce.

Ricordo i cornetti che ci portavi la mattina quando noi ancora dormivamo. Ci sono tantissime altre cose che vorrei urlare al vento, ma preferisco tenermele per me. Spero un giorno di avere la voglia di fare che avevi tu, spero di raggiungere dei traguardi degni del nipote di Salvatore Cascino.

Caro nonno, alla fine non sono riuscito a trattenermi e le lacrime mi sono uscite mentre scrivevo. Voglio farti una promessa: sei sempre stato accanto alla nonna in qualunque situazione, ora riposati al resto ci penso io. Ciao Nonno Toti, tuo nipote Hermes“.