ITALIA – Per ogni bambino che fa il suo ingresso a scuola c’è un genitore che viene aggiunto a un gruppo WhatsApp di classe. Per chi ha più figli, i gruppi si moltiplicano, dal nido alla scuola superiore.
Il gruppo WhatsApp di classe nasce come strumento per condividere velocemente informazioni utili, coinvolgendo tutti i genitori, ma spesso il suo scopo principale viene disatteso e ci si ritrova sommersi di messaggi inutili di “buongiorno” e “buonanotte”, di chiacchiere futili e incomprensioni, di lamentele e polemiche, con continue notifiche che rendono la permanenza davvero insopportabile.
GoStudent, leader dell’e-learning e delle ripetizioni scolastiche online, ha delineato l’identikit delle 10 tipologie di genitori che solitamente popolano i gruppi Whatsapp di classe e stilato una lista di consigli per sopravvivere alla Babele della messaggistica scolastica.
I 10 tipi di genitori
- I polemici: fanno costantemente domande e se nessuno risponde all’istante si innervosiscono. Hanno da ridire su tutto, dalle proposte della scuola a quelle degli altri genitori.
- Gli esibizionisti: mandano foto private e non pertinenti. Dal weekend fuoriporta alla serata al ristorante, ogni occasione è buona per mettersi in mostra.
- I ninja: ci sono, ma nessuno li ha mai visti. Leggono tutto, ma non interagiscono. Il massimo che fanno, quando è proprio necessario dare una risposta, è di adeguarsi alla maggioranza.
- I segretari: si comportano come se fossero i segretari personali dei figli. Ogni giorno chiedono dei compiti, del materiale da portare a scuola o della giacca smarrita durante la gita.
- Gli ansiosi: scatenano inutili allarmismi per qualsiasi cosa. Si lamentano sempre, vedono minacce ovunque, non sono mai rilassati e amano creare drammi.
- Gli onniscienti: conoscono tutte le date scolastiche dell’intero anno e condividono continuamente informazioni nel gruppo anche se nessuno ha chiesto loro di farlo.
- Gli ignari: al contrario degli onniscienti, non hanno mai idea di cosa stia succedendo. Non leggono le comunicazioni e si affidano esclusivamente al gruppo per restare informati.
- I factotum: hanno tutto sempre sotto controllo e sembrano destreggiarsi perfettamente tra lavoro, casa, scuola e vita sociale. Vogliono primeggiare, facendo sentire gli altri genitori non all’altezza.
- I nevrotici: costantemente stressati e di fretta. Nonostante millantino di essere sommersi di impegni, trovano sempre il tempo per lamentarsi col gruppo della loro vita frenetica.
- I virali: ci sono poi quelli che rispondono con meme o gif, mandano immagini di dubbio gusto, catene e frasi a effetto. Inoltrano anche fake news scatenando reazioni negli altri genitori.
Netiquette dei gruppi Whatsapp di classe: cosa fare e cosa non fare
Con qualche accorgimento e regola di buona convivenza, anche il gruppo Whatsapp di classe può, però, tornare a essere un utile mezzo di informazione.
La piattaforma di apprendimento online GoStudent ha stilato un breve vademecum finalizzato a valorizzare la messaggistica scolastica ed evitare alcune criticità.
Cosa fare:
- Stabilire fin dall’inizio regole chiare sull’utilizzo del gruppo e definire la tipologia di contenuti che è permesso condividere.
- Nominare un amministratore. Un gruppo WhatsApp che funziona, in genere, ha un amministratore efficace, che modera toni e contenuti, media, risponde in modo diplomatico e autorevole, fornisce informazioni chiare e lineari, riferisce istanze importanti del gruppo classe ai docenti e viceversa.
- Utilizzare sempre un tono gentile e pacato e tenere un atteggiamento rispettoso verso tutti gli altri membri del gruppo.
- Essere collaborativi con gli altri genitori. Non tutti possono essere presenti alle riunioni di classe è, quindi, una buona idea e gesto di cortesia che un genitore – l’amministratore del gruppo o un volontario – faccia un riassunto puntuale degli argomenti discussi, così che tutti possano essere informati.
- Segnalare tempestivamente se c’è un caso di Covid, influenza o altre patologie, in modo che gli altri genitori possano prendere le giuste precauzioni. Il tutto senza drammatizzare.
- Rispondere in privato a domande fatte in chat, ma che non sono rilevanti per tutti i membri del gruppo.
Cosa non fare:
- Chiedere continuamente i compiti per il figlio, a meno che non sia stato assente per malattia o altri motivi giustificabili. Le continue richieste di compiti sono fastidiose e rischiano di deresponsabilizzare lo studente.
- Entrare in argomenti di tipo personale o esprimere ideologie politiche, religiose, ecc. A differenza delle chat tra amici, i gruppi WhatsApp della scuola non sono il contesto giusto per lasciarsi andare a commenti personali che potrebbero anche risultare offensivi per qualcuno.
- Criticare l’insegnante, gli altri bambini e i genitori. Le critiche fatte nei gruppi non sono costruttive e contribuiscono solo ad aumentare i contrasti nella classe e a creare situazioni spiacevoli. Meglio affrontare le problematiche in privato e di persona con i diretti interessati.
- Evitare le risposte a catena: quando si legge una comunicazione, non è necessario rispondere tutti per presa visione, intasando la chat di inutili “ok”, “va bene”, pollici in su ed emoji varie. In ogni gruppo è presente la notifica di lettura, perciò chi manda il messaggio può sapere in ogni momento chi lo ha letto e chi no.
- Pubblicare contenuti che non hanno nulla a che fare con la classe, come meme, barzellette, catene virtuali, ecc.
Esiste poi un’altra soluzione: scegliere di non far parte del gruppo WhatsApp di classe e informarsi attraverso le vie tradizionali, contattando gli insegnanti o la segreteria, consultando il sito della scuola o il registro elettronico in uso in ogni istituto scolastico.