VALVERDE – Il 30 novembre pomeriggio alla Villa Cosentino di Valverde (CT) ha avuto luogo l’Aetnacon 2024 – La Convention siciliana della Fantascienza e del Fantastico – a cura della Associazione Culturale Fondazione Science Fiction, con il patrocinio del Comune di Valverde, in particolare del Sindaco Domenico Caggegi, e dell’Assessore alla Cultura Costantino Saeli.
Già alla sua quindicesima edizione l’Aetnacon si impone quale esperienza maturata in seno all’Italcon – Convegno Italiano del Fantastico e della Fantascienza – (quest’anno svoltosi a Trieste, come la prima volta, per il suo longevo cinquantesimo anniversario), quale Convention orgogliosamente più a sud, in grado di richiamare artisti internazionali e della letteratura di genere (negli anni passati lo scrittore inglese Ian Watson, il romanziere e sceneggiatore per Cristopher Nolan, Cristopher Priest, lo statunitense Paul Di Filippo creatore della Steampunk trilogy, David Gerrold co-creatore di Star Trek, per citarne alcuni): quest’anno Bepi Vigna co creatore di Nathan Never!
Gli anfitrioni dell’evento, gli scrittori pluripremiati Claudio Chillemi e Enrico Di Stefano, insieme a Salvatore Deodato, editor e traduttore, e Rosaria Leonardi, hanno presentato, in qualità di soci fondatori, Fondazione SF Magazine, rivista di grande qualità e prestigio della Fondazione Science Fiction, che si è avvalsa del contributo di scrittori di spicco della fantascienza italiana e internazionale (del calibro di Paul Di Filippo o Michael Moorcock) e nella cui redazione lavora Emilio Di Gristina, curatore del sito Uraniasat, dedicato alla prestigiosa collana Urania dell’Arnoldo Mondadori Editore.
Quest’anno Maurizio Manzieri, illustratore di livello internazionale, soprattutto negli Stati Uniti, finalista del Premio Hugo, firma l’illustrazione di copertina. E solo per un breve assaggio di quanto vi si possa leggere, il saggista Franco Riggi vi analizza come Asimov in Abissi d’acciaio abbia anticipato una clamorosa scoperta scientifica, mentre David Gerrold presenta un racconto inedito su una base spaziale che ospita dei portali.
I suddetti si sono poi alternati come relatori con Rossana Epaminonda, Vicepresidente dell’Associazione Culturale Tersicula, per presentare gli ospiti della serata.
Nino Martino, fisico, finalista al Premio Italia, al Premio Mondofuturo, vincitore del Premio Odissea 2020, è autore per Delos Digital di Prigionieri dell’effimero (che porta alle sue estreme conseguenze l’effimero della cultura attuale, la sua volatilità e quindi la facilità della loro distorsione), Irene (un’IA in grado di evolversi sfuggendo alle leggi della competizione con altre specie, quindi priva di aggressività), Blu è il colore del tempo (si nasce e si muore per evolversi, ma se delle nanomacchine riuscissero a rimediare a qualunque degenerazione cellulare? Si potrebbe essere immortali, ma avrebbe ancora senso la nostra vita?), Le strade della città (un mondo di una élite che vive nello straordinario benessere si poggia sulla sofferenza di tanti lavoratori; il protagonista, un bibliotecario, dovrà scegliere se vale la pena lottare nelle strade della città), Goodbye Majorana (uomo dalla grande fascinazione, sommo scienziato dalla formazione letteraria, posto di fronte al dilemma morale della bomba nucleare scompare!) e del bestseller Errore di prospettiva (la cui premessa prende le mosse dal nostro immaginario antropomorfo degli alieni, per cui saremmo mai capaci di riconoscere forme di vita molto distanti dalla nostra? Punti di vista ed errori di prospettiva regolano gli eventi), storie di fantascienza dal comune denominatore di mondi in cui non si sfugge all’umano, al terribile desiderio di possesso senza nessun limite, smodato, al dualismo forte/debole, ad una riproduzione sociale di chi soggioga e chi è soggiogato. E spesso (se non sempre) Martino si rivolge al futuro per analizzare e sferzare gli errori del presente, anche con una certa vena ironica, che caratterizza anche le sue presentazioni di una simpatia coinvolgente.
Immeritatamente ci sono anch’io, Cinzia Di Mauro, e di me già conoscete la passione per la divulgazione della letteratura e cultura con cui vi accompagno in questo appuntamento mensile, ma qui in veste anche di scrittrice, essendomi cimentata in thriller, noir comico grotteschi, con la piacevole accoglienza nel panorama editoriale di due mie ultime fatiche: Pangolino mon amour! (edizioni Allaround, sulle tragicomiche avventure dell’epoca covid, con alieni umanissimi e alienissimi umani, condite dalle divertenti “Cronache luciferine”) e di prossima pubblicazione Finisterrae (edizioni Delos Digital, una riflessione cupa e visionaria sulla lotta per la libertà in un mondo che non vuole lasciarsi cambiare). Con quest’ultimo sono tornata a temi fantascientifici di grande fascinazione quali i poteri forti che dominano le società umane, come nella mia prima saga Genius (Ledizioni Milano).
Non poteva mancare una sbirciatina ad una chicca nostrana appena pubblicata da Claudio Chillemi e già di vasto interesse, Katane! Lo scrittore, infatti, cimentatosi con successo in una trilogia storica su Federico II di Svevia (L’aquila nera, L’isola di cristallo, in fieri il terzo romanzo), che si ammanta di realismo magico tratto da miti e leggende siciliane, ritorna al suo primo amore, la fantascienza.
Catania colpita da un’onda anomala si trasforma in un arcipelago, allegoria della frantumazione socioeconomica attuale, in cui si muove il commissario Tancredi (“figlio” di Federico II!) Di Bella (dalle scelte fuori dal comune: sposato con un uomo, perché suo amico), partito a Milano durante il disastro, poi ritornato per il furto di un reperto archeologico. Troverà una situazione che cela, in un thriller mozzafiato, una rete di poteri forti che intrecciano banche, mafia e politica. Vi sarà un barlume di speranza?
Infine, guest star della serata è stato Bepi Vigna, co-creatore del celebre Nathan Never della Bonelli, sceneggiatore di Dylan Dog, collaboratore con editori italiani e francesi per graphic novel apprezzate, ma poi saggista, pubblicitario, documentarista, in qualità di regista, sceneggiatore e/o copywriter, scrittore di romanzi e opere teatrali, vincitore di numerosi importanti riconoscimenti, che ha fondato e dirige il Centro Internazionale del Fumetto di Cagliari e la rivista online Teorema, dedicata la mondo delle arti visive.
Ci racconta innanzi tutto, con grande autoironia, come lui, Serra e Medda, il mitico “trio sardo”, siano riusciti a convincere Bonelli. Lo raggiungono in vacanza a Porto Rotondo, con la loro Cinquecento. Quello “mosso a pietà” per questi giovani senza arte né parte, disidratati, offre loro un tè freddo e li ascolta sciorinare la loro storia: un personaggio di un genere nuovo per il fumetto, la fantascienza, una specie di “Frankenstein” con caratteristiche che piacevano a ciascuno di loro. E neanche pochi anni dopo alla presentazione del numero “0”, oggi introvabile, si ritrovano ad una presentazione in una libreria di Bologna con una piazza invasa da 3000 fan e un successo travolgente!
Da allora la serie Nathan Never non ha avuto cedimenti, l’universo si è espanso in costellazioni ulteriori, Legs Weaver (contaminazioni col cinema, Sigurney, forma espressiva ibrida tra letteratura, cinema, teatro), Agenzia Alfa, speciali, Universo Alfa, Dipartimento 51 e l’altrettanto famosa Legs Weaver. E qui Bepi ci racconta l’aneddoto che Bonelli non si era accorto in una prima battuta di questo personaggio omosessuale, se non all’arrivo di lettere di plauso di lettrici del mondo LGBT, come della sua fascinazione verso il cinema, fonte di contaminazioni creative, dato che il fumetto – ci tiene a precisarlo – è un genere a sé stante che ibrida la letteratura, il cinema, il teatro in un modo nuovo, eppure antico. In fondo le pitture rupestri di Lascaux non mostrano già forme di storie disegnate in sequenze?
Bepi, infine, ci parla anche del presente di questa longeva e complessa storia seriale, in cui tanto gli spin off quanto le altre “mani” di sceneggiatura hanno nel tempo creato alcune linee divergenti. Perciò lo scrittore sta ora sistemando, insieme a Medda, la continuity attraverso il controllo degli altri sceneggiatori, storie intermedie per colmare alcune contraddizioni (a volte anche apparenti), anche con scelte coraggiose: ad esempio Janine, prima eccessivamente romantica e ingenua, ora resa donna forte, protagonista, meno anacronistica.
Una sfida per il futuro? Bepi ha già dato il via ad un Nathan Never ibernato, poi rigenerato che vive in altro pianeta, ridando vigore alla caratteristica di eroe “romantico”, perennemente esule, inadeguato, come era all’inizio. Forse così coltiva il sogno di conquistare l’infinito o comunque di scrivere per divertirsi, come ci confessa.
Il tempo è trascorso così piacevolmente che è volato via. Poco importa se non ha potuto aver luogo la tavola rotonda sulla fantascienza, cenerentola della Letteratura. Ma due paroline le spendo ancora io qui. Combattiamo ancora nel 2024 stereotipi sul genere SF, derubricato troppo spesso quale “storia per ragazzi”, di puro ludus, senza spessore letterario. Si fatica a non rispondere che vi sia poca conoscenza dietro questo pensiero, che chiude la mente ad esperienze culturalmente folgoranti, che spesso si sono avverate nel presente o sono prossime a realizzarsi.
Con una veloce disamina, non potremmo, infatti, definire fantascientifico il gotico Frankenstein della Shelley, con la sua ipotesi che qualcuno riesca a usare l’elettricità per dare nuovamente vita ai morti? E, in fondo, proprio l’impianto di organi provenienti da defunti è diventata una realtà e presto lo sarà la clonazione di organi a questo scopo, come nel capolavoro di Ishiguro Non lasciarmi con la clonazione di esseri umani per questa orrenda funzione. Il Mondo nuovo di Huxley prevede una piccola élite che vive divertendosi nel lusso, sempre più slegata dalle relazioni umane e dalla fisicità… temi quanto mai attuali con la vita sui social. Fahrenheit 451 di Bradbury con una prosa poetica ci racconta della forza della scrittura, unica capace di renderci liberi, rappresentando un qualunque potere totalitario con la sua censura, il controllo del mondo della scuola, del giornalismo e più in generale cultura. Il protagonista di Mattatoio n. 5 (Crociata dei bambini) di Vonnegut, sopravvissuto alla strage di Dresda, che diventa cavia di alieni, rapito a più riprese, racchiude proprio il tema del senso della vita nel suo refrain “così è la vita”. Dick di Anche gli androidi sognano le pecore elettriche? (Blade runner) prefigura un pianeta roso dall’inquinamento ormai da abbandonare, dove gli animali sono tutti estinti e non ci resta che sognarli come status symbol e ci fa riflettere sul “reo tempo” (come prima di lui Petrarca, Foscolo, Leopardi…) ovvero della nostra vita segnata da un conto alla rovescia, inevitabile e definitivo. O sempre Dick di Tempo fuor di sesto mette in campo un terribile reality il cui protagonista ne è inconsapevole attore, preconizzando il Grande Fratello, come sotto l’egida di poteri totalitari 1984, scritto nel 1948 da Orwell.
Insomma, bando alle preclusioni, la fantascienza è cultura e avvicina la comprensione del domani, perché il futuro è già presente!
Buone letture e buone riflessioni