“Sai chi sono io? Forza il sistema e fai la polizza”: in manette due esponenti di “Cosa Nostra”. VIDEO e INTERCETTAZIONI

“Sai chi sono io? Forza il sistema e fai la polizza”: in manette due esponenti di “Cosa Nostra”. VIDEO e INTERCETTAZIONI

TAORMINA – I carabinieri di Taormina, la scorsa notte, nel carcere di Siracusa hanno dato esecuzione a un’ordinanza di custodia cautelare in carcere nei confronti di due esponenti di “Cosa Nostra” etnea e ritenuti responsabili, a vario titolo, di estorsione in concorso, con l’aggravante del metodo mafioso.

Stiamo parlando di Francesco Antonio Faranda, nato a Catania, 38 anni e residente a Fiumefreddo di Sicilia: si presume che faccia parte del clan “Brunetto”, egemone nell’area sub-etnea nord-occidentale ed Emanuele Salvatore Blanco, nato a Catania, 44 anni e residente a Fiumefreddo di Sicilia, anch’egli ritenuto vicino al clan “Brunetto”.

Emanuele Blanco (a sinistra) e Francesco Faranda (a destra)

Emanuele Blanco (a sinistra) e Francesco Faranda (a destra)

I provvedimenti di carcerazione sono scaturiti dalla prosecuzione di un’attività d’indagine più complessa svolta dall’aliquota operativa e convenzionalmente denominata “Good Easter”, che portò nel mese di aprile all’arresto anche di altri due esponenti di spicco di “Cosa Nostra” e che vide oggetto dell’ordinanza di custodia cautelare in carcere anche Carmelo Porto, ritenuto per pregresse vicende giudiziarie elemento apicale del clan mafioso “Cintorino”. Nella prima operazione, i militari durante l’attività di prevenzione hanno acquisito da fonti confidenziali la notizia che delle persone appartenenti ad alcuni clan mafiosi operavano anche nel Comune di Taormina, tentando di sottoporre a estorsione delle attività economiche e nello specifico rivendite di autovetture.

In questa circostanza, invece, i due soggetti tratti in arresto per estorsione in concorso, con l’aggravante di aver agito con il metodo mafioso, hanno effettuato degli atti idonei e diretti in modo non equivoco a costringere un imprenditore titolare di agenzia del luogo a concludere un contratto di assicurazione di autoveicolo con targa di prova, nonostante la targa non fosse registrata alla banca dati, condizione necessaria alla conclusione del contratto.

Nello specifico, dopo che l’imprenditore aveva comunicato a uno degli aguzzini il rifiuto alla stipula del contratto di assicurazione, quest’ultimo telefonicamente minacciava la vittima dicendogli: “….Sono problemi tuoi, forza il sistema, premi il bottone e fammi la polizza…” e poi ancora: “…Senti tu non lo sai chi sono io? Quando ti chiedo una cosa chiudi l’ufficio e vieni subito a casa mia, non ci vieni?”, altrimenti avrebbe sistemato con le maniere forti la faccenda.

I carabinieri operanti hanno predisposto un servizio di vigilanza nei confronti della vittima e della sua compagna: è stata notata la presenza di un uomo, riconosciuto poi come Emanuele Salvatore Blanco, che nel tardo pomeriggio di un giorno di aprile si è posto davanti alla porta dell’agenzia della vittima e all’arrivo di quest’ultima è entrato soffermandosi per alcuni minuti: una volta uscito, Blanco si è messo alla guida della sua macchina ma è stato bloccato e accompagnato in una stazione dei carabinieri di Taormina.

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Le indagini condotte dai militari hanno trovato riscontro e sono risultate concordanti con la procura di Messina che, analizzate le fattispecie di reato, ha ritenuto la sussistenza di esigenze cautelari gravi e attuali nei confronti di entrambi gli indagati e, in particolare, di un concreto e grave pericolo di reiterazione della medesima attività criminosa.

Determinante, anche questa volta, è risultato essere il coraggio, la determinazione e la collaborazione dimostrata dall’imprenditore che in piena sinergia con la Magistratura di Messina e con i carabinieri ha permesso di assicurare alla giustizia due pericolosi malviventi.

La loro opera ha consentito agli inquirenti, in tempi brevissimi, di respingere il fenomeno criminale che cercava di trovare spazio nella fascia costiera dello Ionio e nei vicini comuni limitrofi.