Le estorsioni ai danni di imprenditori catanesi e il traffico di droga, i “capi” dell’operazione “Doppio Petto”

Le estorsioni ai danni di imprenditori catanesi e il traffico di droga, i “capi” dell’operazione “Doppio Petto”

CATANIA – Gestivano, con metodo mafioso, estorsioni in danno di imprenditori locali. Nonché hanno preso parte ad una associazione finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, con l’aggravante dell’essere l’associazione armata.

Sono i primi dettagli che emergono dall’operazione di oggi a Catania denominata “Doppio Petto (qui i nomi degli arrestati).

Operazione “Doppio Petto”

Secondo gli esiti delle investigazioni, Dario Giuseppe Antonio Ienisubentrato a Giacomo Maurizio Ieni, storico affiliato alla cosca Pillera-Puntina, nella gestione degli “affari di famiglia” – stesse continuando a riscuotere un’estorsione periodica a noti imprenditori catanesi, operanti nel settore dei trasporti e della logistica.

Le attività hanno consentito di appurare come, in occasione delle festività di Natale e di Pasqua, Dario Giuseppe Antonio Ieni avrebbe inviato Giovanni Ruggeri a riscuotere una tassa estorsiva semestrale pari a 4.000 euro.

L’azione investigativa ha consentito di far emergere altre attività imprenditoriali estorte, con analogo metodo, dalle quali gli stretti congiunti di Giacomo Maurizio Ieni avrebbero ricevuto entrate fisse: alcune nella forma tradizionale, ossia con il pagamento periodico di denaro per ottenere la famigerata protezione; altre ottenute tramite imposizione di tassi di sconto fuori mercato, in qualunque stagione dell’anno, su capi di abbigliamento di marca, il tutto ai danni di titolari di noti e rinomati negozi catanesi.

La gestione dello spaccio in mano a u Castoru

Nel mirino anche il traffico delle sostanze stupefacenti, della cui gestione si sarebbe occupato l’altro figlio, Francesco, inteso u Castoru.

Il business messo in piedi da Francesco Ieni sarebbe stato strutturato – non tanto sulla gestione diretta di una piazza di spaccio – bensì sul loro materiale approvvigionamento, mediante un lucroso network che avrebbe previsto l’acquisto all’ingrosso della droga, dalla Calabria per la cocaina e dalla Spagna per la marijuana, e la successiva vendita al dettaglio ai responsabili delle piazze catanesi e non solo.

Tale politica criminale avrebbe avuto il vantaggio di non entrare in conflitto con gruppi delinquenziali concorrenti per il controllo ed il predominio delle piazze di spaccio, ma, al contrario, di avere con questi rapporti di affari.

Gli altri clan mafiosi catanesi coinvolti

In proposito, dallo sviluppo delle attività di indagini preliminari si ipotizzano cointeressenze economiche con esponenti dei Cappello-Bonaccorsi e del gruppo Nizza, facente parte della famiglia di cosa nostra denominata Santapaola-Ercolano, per questo destinatari della misura cautelare.

Circoscritti gli interessi illeciti intorno ai settori dell’estorsione e del traffico di sostanze stupefacenti, in costanza d’indagini, sono state condotte operazioni considerate di riscontro che hanno portato agli arresti in flagranza di Giovanni Ruggeri, per estorsione aggravata dal metodo mafioso, qualche giorno prima delle festività natalizie (18.12.2021) con il sequestro della rata estorsiva di 4.000 euro, poi riconsegnata all’imprenditore; di Francesco Cristaldi, per detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, il 10.02.2022, con il sequestro complessivo di poco più di 10 kg tra marijuana, cocaina e hashish; in data 12.02.2022, di Francesca Viglianesi, moglie di Giacomo Maurizio Ieni, in ordine al reato di usura.

Infine, le investigazioni avrebbero consentito di appurare come in capo al defunto Giacomo Maurizio Ieni fosse da ricondurre la “contitolarità” di un esercizio commerciale di ristorazione e somministrazione di bevande.

Il Giudice per le indagini preliminari, su richiesta dei Pubblici Ministeri titolari del fascicolo d’indagine, ha disposto, per 14 indagati, il trasferimento in carcere e per i 4 restanti, quella degli arresti domiciliari.

Le immagini video