CATANIA – “Faccio volontariato insieme con mia moglie da più di 8 anni. È un impegno che fa parte di me in quanto si tratta di uno dei momenti più importanti della settimana. Da oggi, ogni giovedì sera per tutto l’anno, sarà la Caritas Carmelitana Italiana a darci una mano, preparando 70 pasti che verranno distribuiti in giro per la città”.
È una storia di grande collaborazione quella raccontata da Alfio Pappalardo, un volontario della Caritas Diocesana e referente dell’Unità di Strada. Sembra strano, ma dopo tanti anni la sua voce fa trapelare l’emozione e la voglia di aiutare il prossimo ancora e ancora una volta.
“Ogni sera scende in campo un gruppo diverso di persone. Andiamo ad incontrare i nostri amici per le strade – dichiara Pappalardo – loro ci aspettano non possiamo né vogliamo abbandonarli”.
Sì, perché a Catania sono davvero in tante le persone senza fissa dimora. A loro è possibile fare riferimento all‘Help Center in piazza Giovanni XXIII, vicino alla stazione per intenderci. Lì ogni giorno, compresa la domenica, i volontari si riuniscono in cucina a partire dalle 14,30 per cucinare a cena: dai 300 ai 450 pasti in base alle esigenze.
Il motivo per cui sorge l’unità di strada è che “parte di queste persone in stato di necessità preferisce non abbandonare il giaciglio dove vive – racconta Pappalardo – ed è li che interveniamo noi a donare una parola di conforto insieme con una bevanda calda in inverno e una fresca in estate”.
Il giro notturno è sempre lo stesso e comprende piazza della Repubblica, corso Sicilia, Stazione, piazza Verga, aeroporto e varie zone come Ognina, Vulcania, ex cinema Ritz, via Sant’Euplio/Reclusorio del Lume. Parliamo di un servizio attivo sei giorni su sette ogni sera dalle 20 alle 23. I volontari fanno affidamento sulle segnalazioni degli abitanti della zona o sui consigli dei servizi sociali e poi coordinati dal referente intervengono.
“Noi cerchiamo di fare sempre il nostro meglio sfruttando gli strumenti che la Caritas ci offre – continua Pappalardo -. Durante queste giornate di freddo ci siamo premurati di distribuire sacchi a pelo e coperte. Entrare in empatia con i bisognosi non è operazione semplice, ma tanto più è immediato il tuo modo di porti tanto più è facile riuscirci – conclude –. Mi è anche successo di ricevere insulti durante qualche momento più complicato ma questo non mi ha mai fatto passare neanche per un secondo dalla testa il pensiero di smettere con il volontariato che oggi rappresenta uno dei pilastri portanti della mia vita”.