Catania, quando il territorio non accoglie la disabilità. Dai problemi alle soluzioni per una città accessibile

Catania, quando il territorio non accoglie la disabilità. Dai problemi alle soluzioni per una città accessibile

CATANIA – L’inclusione e la fruibilità nella città di Catania per le persone con disabilità sono limitate. Il capoluogo etneo ha un grande patrimonio che va tutelato: è ricco di storia e facilmente riconoscibile dal tratto prettamente barocco. Ma, tale conservazione, non aiuta i disabili a vivere interamente e pienamente la città.

Basti pensare alla pavimentazione del centro storico, che è costituita da lastroni, sanpietrini e gradini molto alti che rendono difficoltosa la deambulazione delle persone in carrozzina o con difficoltà motorie.

Nella vita quotidiana, infatti, gli individui diversamente abili trovano numerose difficoltà quando semplicemente vanno in farmacia o a fare la spesa in quanto, gli esercizi commerciali, sono spesso sprovvisti di pedana. Discorso analogo va fatto per le operazioni in banca o altre semplici commissioni.

Ai nostri microfoni Flora Iannaci, ragazza con disabilità, per parlare dell’argomento.

La disabilità di Flora è conseguente alla sua nascita avvenuta prematuramente, che ha comportato lo sviluppo di una paralisi celebrale infantile per cui, parte dei neuroni che regolano il movimento e parte dei neuroni che regolano l’equilibrio, si sono danneggiati  irreversibilmente.

La fruibilità di edifici culturali come i musei di Catania – dice Florarisulta essere un impedimento; svolgere un’attività che un normodotato effettua in autonomia, per i diversamente abili risulta invece unimpresa. Ciò avviene pure all’interno delle sedi universitarie, che devono ancora fare tanta strada per migliorare l’inclusione degli studenti con disabilità motorie“.

Questo ci fa capire come, ogni centro urbano, dovrebbe essere accessibile tanto ai disabili quanto ai normodotati: avere una città inclusiva, si traduce in un centro di pari opportunità. Perché questo possa avvenire, il primo passo è sicuramente l’abbattimento di tutte le barriere architettoniche che risultano essere d’intralcio allo svolgimento delle attività quotidiane.

Parliamo dunque di città che dovrebbero prevedere marciapiedi larghi e con scivoli, attraversamenti pedonali con segnalatori acustici per non vedenti, porte d’ingresso larghe nei luoghi di ritrovo, senza dimenticare la necessità di moto scale e di bagni a norma per i disabili.

A Catania sarebbe quindi necessario potenziare la rete dei trasporti, per garantire le condizioni di accessibilità di cui prima. A tale scopo, risulterebbe sicuramente utile pensare di introdurre delle tariffe agevolate, sfruttando i taxi comunali.

Flora Iannaci ci sottolinea, infine, come queste difficoltà possano oggi manifestarsi in maniera esponenziale anche in una città colpita da una guerra, come sta accadendo oggi in Ucraina.

In ambiente di guerra le persone che hanno una disabilità motoria, sensoriale, o di  qualunque tipo – afferma Florasono quelle la cui vita è maggiormente a rischio in quanto, non possono evacuare in fretta e furia come fanno tutti gli altri”.

Alcuni hanno bisogno di essere collegati a un respiratore e hanno bisogno della costante presenza dell’energia elettrica che certamente, dentro un bunker, non puoi avere. Hanno bisogno di particolari vie di alimentazione e medicine che in quelle condizioni non possono essere procurate facilmente“.

“Per ironia della sorte – conclude Florapotremmo dire che chi per una vita è sempre stato tra gli ultimi, l’unica volta in cui può arrivare per primo, si traduce nel  fare una brutta fine“.

Una città è un centro sociale, in cui le persone interagiscono, e in cui avvengono i principali scambi culturali. Queste opportunità devono essere garantite a tutti i cittadini. Per questo, una città accessibile e dalle pari opportunità, è una città a misura d’uomo a prescindere dal suo stato fisico.

Immagine di repertorio