CATANIA – Ieri, il personale del commissariato Borgo-Ognina, ha arrestato per spaccio di stupefacenti Giuseppe Piacente (a sinistra nella foto), 19enne, con precedenti di polizia per il medesimo reato, e Angelo Giuseppe Belluso (a destra), 22enne, con svariati precedenti penali per reati di droga.
Nel corso di un’attività investigativa antidroga, i poliziotti hanno individuato, in via del Rotolo, alcuni giovani, tra cui alcuni minori, i quali, a bordo di motorini, hanno seguito Angelo Belluso in direzione piazza Nettuno, dove era ad attenderlo Giuseppe Piacente.
L’attività di pedinamento e osservazione degli agenti, che ha confermato l’attività di spaccio dei due, è stata il preludio all’intervento di polizia che ha portato all’arresto e al sequestro di 17 stecche di marijuana. Nel frattempo, sono stati bloccati anche 3 assuntori, ancora in possesso del denaro per l’acquisto della droga.
Ciò che ha destato maggiore preoccupazione è emerso poco dopo, grazie a ulteriori accertamenti, portati avanti dai medesimi operatori di polizia.
Infatti, all’interno di un edificio nel quartiere di Picanello, è stato scoperto il laboratorio/deposito utilizzato dai due arrestati per il confezionamento della droga che era prima “trattata”; qui, sono stati stati trovati una busta di marijuana e 37 involucri contenenti la medesima sostanza, due bilancini, carta d’alluminio, molte buste di cellophane e un macchinario per sigillare i sacchetti.
In più, gli agenti hanno trovato molte bottiglie di candeggina, usata per trattare la marijuana: a dire dei due, per dare un altro “tono” alla droga. È stata anche riscontrata la presenza di acido cloridrico puro e di alcune vasche con residui di marijuana mista a prodotti chimici, tra cui la candeggina, il cui odore è stato chiaramente percepito dai poliziotti.
Sul posto sono intervenuti gli specialisti del gabinetto regionale di Polizia Scientifica per i prelievi e per le successive analisi tossicologiche. L’immobile, come si è poi riscontrato, era stato affittato senza un regolare contratto di locazione, anche allo scopo di escludere la sua riconducibilità agli arrestati.
Ai due arrestati, che sono stati rinchiusi nel carcere di piazza Lanza, oltre al reato di detenzione ai fini di spaccio di sostanze stupefacenti, che prevede la pena da 6 a 20 anni, è stata contestata l’aggravante che sancisce l’aumento di pena da un terzo alla metà nei casi in cui la droga è consegnata a persona di età minore.
Gli assuntori sono stati segnalati alla prefettura al fine del recupero terapeutico. Uno dei ragazzi, studente in una scuola superiore, al momento dell’affido al genitore, ha dichiarato di fare uso di droga e che uno dei genitori ne è a conoscenza.