CATANIA – L’emergenza sanitaria a Catania continua a fare sentire il proprio peso e, malgrado tutte le azioni messe in atto da governi nazionali e regionali, il rispetto delle regole delle misure di contenimento del Coronavirus non sempre vengono seguite alla lettera. Rientra tra questi casi la segnalazione/denuncia di un testimone riguardo ad assembramenti all’ospedale San Marco.
Ma di chi è la colpa, di chi non controlla o dei cittadini irresponsabili o semplicemente superficiali?
La situazione peggiora quando ciò accade all’interno di una struttura sanitaria dove ci si aspetterebbe un’attenzione maggiore sia da parte dei cittadini che dagli organi di controllo. Ed è proprio da un utente che è partita una “denuncia social” sul mancato rispetto delle norme di distanziamento di cui è stato testimone all’interno dell’ospedale San Marco di Catania.
“Semplicemente vomitevole. Stamattina mi trovavo all’ospedale San Marco. Questa è la coda generatasi alla cassa automatica, per pagare il biglietto di sosta. Nessuno a vigilare, nessuno a far rispettare le distanze. Tutti assiepati, ammassati, oserei dire abbracciati“, scrive Giuseppe Di Fini sul suo profilo Facebook, allegando una serie di foto alla segnalazione.
“Mascherine indossate alla Zorro. Protesto con la guardia all’ingresso e la risposta che ricevo è disarmante: ‘Sì, lo so, già l’abbiamo riferito’. L’hanno riferito (a chi non si sa) e nessuno muove un dito, fosse pure il mignolo. Perché non collocare la cassa automatica all’esterno? Nessuno ci ha pensato?“, prosegue Di Fini. A quanto pare una cassa automatica esterna esisteva ma sarebbe stata danneggiata. Resta da chiedersi se la colpa vada addossata sempre ad altri e non ai singoli cittadini. Dopo un anno di pandemia, di morti, di paura e di contagi senza precedenti ci si aspetterebbe un atteggiamento di maggiore responsabilità da parte di tutti; indossare la mascherina sotto il naso non è un atto di irresponsabilità commesso dal singolo individuo?
“Come se non bastasse, all’uscita, dove è presente il lettore di codici che permette di verificare il pagamento e abbandonare quella sorta di ospedale, un ausiliare indossa la mascherina sotto il naso. Glielo faccio notare e risponde armoniosamente, dichiarando: ‘Già mi fici setti vaccini!‘. A parte il fatto che non mi risulti esistere un vaccino di cui siano previste somministrazioni di sette dosi (buon per lui, se ne ha messo a punto uno nuovo), ma ricordo a quel tale che non è per nulla certo che il soggetto vaccinato non trasmetta il virus“, prosegue Giuseppe.
“Credo che le immagini allegate parlino autonomamente; e non comunicano di certo all’osservatore una degna organizzazione dell’apparato sanitario; comunicano, invece, solo l’avallo istituzionale dell’anarchia di molti, probabile mancanza di spirito di servizio da parte di alcuni e insufficienza di personale.
Che dire? Vergogna“, conclude così la denuncia Giuseppe.
Fonte foto Giuseppe Di Fini Facebook