SICILIA – Il 7 gennaio 2020 gli studenti di tutta Italia si apprestavano a rientrare a scuola dopo le vacanze natalizie ignari di quello che sarebbe stato un 2020 completamente diverso e che, a breve, quella che sembrava essere una semplice influenza si sarebbe trasformata in un’epidemia mondiale.
Il Coronavirus ha acceso i riflettori su questioni riguardanti la scuola e l’ambito accademico messe da parte per troppo tempo, portando in evidenza le numerose problematiche esistenti.
Gennaio
Gennaio del 2020 anno si apre immediatamente con una crisi proveniente da Roma: il 30 dicembre dell’anno precedente il ministro dell’Istruzione dell’Università e della Ricerca, Lorenzo Fioramonti presenta le sue dimissioni al presidente del Consiglio. Giuseppe Conte di tutta risposta reagisce designando Lucia Azzolina come ministro della Pubblica Istruzione e Gaetano Manfredi come ministro dell’Università e della Ricerca, scorporando, dopo 10 anni, nuovamente il dicastero dedicato all’educazione.
I primi giorni dell’anno proseguono con le solite polemiche che durante gli anni hanno sempre caratterizzato l’ambito educativo sopratutto in ambito di sicurezza degli edifici scolastici. Se da un lato all’interno di un istituto scolastico di Catania si contano i danni subiti a seguito della caduta di soffitto, dall’altro a Messina il primo cittadino ha ottenuto il finanziamento per la realizzazione delle verifiche statiche degli istituti d’istruzione secondaria di secondo grado. I fondi stanziati dal Ministero dell’Istruzione riguardano le verifiche sui solai e sui controsoffitti di trentuno plessi scolastici siti a Messina e provincia.
Febbraio
A febbraio iniziano a girare le prime voci sul Coronavirus, ma l’emergenza non è ancora scoppiata. Il Ministero dell’Istruzione emana un bando che consentirà a oltre 4mila docenti – sia di ruolo che precari – di acquisire la specializzazione per diventare insegnanti di alunni con disabilità. Si tratta di un concorso molto atteso. I posti messi in palio in Sicilia sono ben 4.675. In Italia, i posti complessivi, sono quasi 20mila.
Alla fine del mese la circolazione del virus comincia a farsi sempre più incalzante e l’Università di Catania sospende a data da destinarsi Open Days di orientamento. Questo sarà solo l’inizio di una lunga serie di attività bloccate o rimandate.
Marzo
A marzo l’Italia è in piena emergenza, scatta il lockdown, le attività vengono bloccate, le scuole chiuse e gli studenti di tutti i gradi si ritrovano a fare i conti con la Dad, didattica a distanza, per seguire le lezioni. Subito l’attenzione viene posta sugli esami di Stato, si ipotizzano scenari possibili mentre la politica è indaffarata a trovare soluzioni sicure e realizzabili, nonostante l’incertezza dettata dal periodo. Docenti, alunni e famiglie si ritrovano completamente spiazzati e, più passa il tempo, più gli analisti fanno risaltare i numerosi problemi che da anni, forse decenni affliggono la scuola italiana, per troppo tempo messa da parte e “umiliata” con tagli imposti da tutti i governi.
Già all’inizio del mese la Regione Siciliana crea un portale di didattica online per far fronte alla sospensione delle attività nelle scuole siciliane. La realizzazione della piattaforma telematica è il risultato di un accordo tra il governo Musumeci e un’azienda siciliana, leader del settore, che l’ha promossa e resa disponibile a titolo gratuito. Il passare dei giorni non appiana la situazione e la riapertura delle scuole sembra sempre meno probabile e più lontana.
Anche sul fronte dell’Università l’approccio didattico viene totalmente stravolto: le lezioni vengono “spostate” su piattaforme online e gli esami in presenza annullati in tutti gli atenei siciliani. A Ragusa le sedute di laurea vengono trasmesse in streaming.
Aprile
A poco più di un mese dall’emanazione ufficiale dell’emergenza sanitaria, sono oltre 11mila lezioni svolte in diretta streaming, quasi tutte disponibili anche in podcast per successivi approfondimenti, 1.650 insegnamenti attivati online per gli iscritti ai corsi di laurea, laurea magistrale e magistrale a ciclo unico, oltre 30mila studenti già collegati alla piattaforma. Questi i numeri dell’Università di Catania a un mese esatto dall’interruzione delle attività di didattica frontale tradizionale.
Più passa il tempo più ci si avvicina al momento degli esami di maturità: l’emergenza Coronavirus ha stravolto i progetti di docenti e alunni per l’esame conclusivo della scuola secondaria. Cominciano a circolare voci sui possibili scenari che potrebbero verificarsi. A fare da spartiacque la data del 18 maggio.
Per quanto riguarda gli esami di terza media viene prevista una versione semplificata oppure si valuta la possibilità per gli studenti di essere valutati attraverso un loro elaborato scritto, una sorta di tesina.
Il 17 aprile il ministro Azzolina firma l’ordinanza attuativa del decreto legge del 6 aprile su esami e valutazione, che prevede una commissione composta da 6 commissari interni e dal presidente esterno. Secondo le parole del ministro Azzolina, la scelta viene presa in modo tale da fare valutare gli studenti da docenti che conoscono effettivamente il loro percorso scolastico e, soprattutto, quanto fatto durante questo particolare anno scolastico.
Il mese di aprile si rivela anche anche positivo. Il Consiglio dei Ministri dà il via libera a 4.500 assunzioni chieste dal Ministero dell’Istruzione per recuperare una parte dei posti liberati nell’estate 2019 dai docenti andati in pensione grazie alla quota 100. Viene così attuata la norma inserita nel decreto scuola voluta, nell’autunno precedente, dalla ministra Azzolina. I posti andranno agli insegnanti, vincitori di concorso, o presenti nelle graduatorie a esaurimento che non hanno potuto occupare i posti lo scorso settembre perché non ancora messi a disposizione.
Maggio
Maggio rappresenta il mese della svolta non solo per gli studenti ma per tutti gli italiani. L’inizio del mese rappresenta l’avvio della Fase 2, il lockdown viene superato e gli alunni delle scuole superiori ricevono alcuni chiarimenti sugli esami di maturità. L’esame si farà in presenza con tutti protocolli di sicurezza.
La titolare del dicastero conferma che la maturità partirà il 17 giugno e che l’esame prevederà il tanto atteso “maxi colloquio” della durata di circa un’ora, precisando proprio che si terrà in presenza.
Per quanto riguarda gli esami di terza media viene confermata l’elaborazione di una tesina da discutere con i propri docenti.
Il 25 maggio viene portato a termine il Decreto scuola, conclusosi con l’approvazione della maggioranza.
Il concorso per i precari si farà ma dopo l’estate. Inoltre, cambierà la modalità a crocette, infatti verrà sostituita da una prova scritta, ancora da definire. Allo stesso tempo, 32mila docenti di scuola media e superiore entreranno in cattedra a tempo determinato a settembre dalle graduatorie di istituto.
Intanto il governo regionale guidato da Nello Musumeci prepara una task force capace di guidare la riapertura delle scuole a settembre, tenendo conto della situazione epidemiologica.
Luglio
La fine dell’anno scolastico non corrisponde a una vera e propria pausa. L’estate trascorre all’insegna della riorganizzazione basata sulla costante analisi della curva dei contagi. Col caldo, infatti, il virus sembra essersi preso una pausa e tutti cominciano a discutere su come sarà l’inizio del nuovo anno accademico. Ciò che è certo è che sarà diverso. Il 14 settembre gli alunni italiani ritorneranno tra i banchi di scuola, anche in Sicilia dove gli ingressi nelle scuole dovranno essere scaglionati così come prescritto dai protocolli di sicurezza.
Agosto
Ad agosto l’assessore regionale Roberto Lagalla incontra la ministra Azzolina, al centro delle discussioni le criticità che ancora permangono sull’avvio del nuovo anno scolastico. Ma oggetto dell’incontro istituzionale è anche la firma dell’ordinanza che stabilisce i criteri di riparto delle risorse per l’organico aggiuntivo, previste dal” decreto rilancio”, e dispone di oltre 977 milioni di euro. Le scuole avranno così circa 50mila unità di personale in più fra docenti e Ata e verrà data la massima priorità alla scuola dell’infanzia e alla scuola primaria.
Settembre
In Sicilia le scuole riaprono ufficialmente il 14, ma viene lasciata facoltà ai responsabili di istituto di poter slittare la riapertura al 24, qualora non ci fossero tutte le condizioni necessarie in materia di sicurezza igienica e sanitaria.
Ecco le misure con cui studenti, insegnanti e personale si scontrano all’inizio del nuovo anno accademico:
misurazione della temperatura a casa, uso delle mascherine chirurgiche, quarantena “di classe” nel caso di un soggetto positivo sarà decisa dall’Asl locale, previsto l’intervallo senza assembramenti e con la mascherina;
l’educazione fisica si farà senza mascherina ma con distanziamento di 2 metri, quando possibile anche all’aperto.
Ottobre
A ottobre la curva dei contagi riprende a salire, segno che durante l’estate è stata abbassata la guardia. Molti cominciano a incolpare la scuola per la crescita dei dati, ma Lucia Azzolina risponde ferma alle polemiche: “la scuola non ha avuto impatto sull’aumento dei contagi generali, se non in modo residuale“, spiega.
In previsione del concorso previsto per il 16 novembre il ministro corre ai ripari programmando lo svolgimento delle prove con la formula delle aggregazioni territoriali, criterio basato solo sui posti messi a bando e non sul reale numero dei partecipanti.
Novembre
A novembre ritorna l’incubo del lockdown a causa dell’aumento considerevole del numero dei positivi e sopratutto dei decessi. Il 3 novembre giunge la notizia di un nuovo Dpcm che modificherà ancora la vita degli studenti: le scuole secondarie di primo e di secondo grado vengono chiuse, gli studenti ritornano alla didattica a distanza. Aperte solo le scuole primarie.
Dicembre
A dicembre le scuole restano chiuse, complici anche le vacanze natalizie. Allo scadere del 2020 arrivano le conferme da parte del ministro Speranza secondo il quale dal 7 gennaio tutti gli studenti d’Italia – di ogni ordine e grado – dovranno svolgere le attività scolastiche in presenza, per le superiori però, bisognerà garantire le lezioni in presenza almeno al 50%.
Per capire cosa succedere bisognerà attendere ancora qualche settimana. Il 2020 è stato un anno di certo complicato e difficile soprattutto per i più giovani che spesso tacciati dall’opinione pubblica come untori, ma realmente capaci di adattarsi velocemente ai numerosi cambiamenti imposti dai Dpcm e dalla politica.
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