Giusti per scelta: un film nella Giornata della memoria contro le Mafie

Giusti per scelta: un film nella Giornata della memoria contro le Mafie

QUESTO ARTICOLO FA PARTE DEL CONCORSO DIVENTA GIORNALISTA, RISERVATO AGLI STUDENTI DELLE SCUOLE SUPERIORI DELLA PROVINCIA DI CATANIA.

L’importanza di una narrazione giusta e non fuorviante,  come strumento di lotta alla mafia

Un film a scuola per la Giornata della memoria della strage di Capaci,  La mafia uccide solo d’estate, riapre la riflessione sul ruolo della narrazione delle storie degli eroi-antimafia, delle battaglie che ancora, a 31 anni dalla morte dei giudici Falcone e Borsellino, restano aperte mentre la mafia continua a far da padrona.Il film è del 2013 ma è di assoluta attualità. Il punto di vista è quello di  Arturo, un bambino che cresce nella Palermo degli anni Ottanta e Novanta, pervasa da cultura mafiosa e lacerata dagli attentati di Cosa nostra. Arturo osserva un mondo omertoso che finge di non vedere e così  lascia libera strada ai mafiosi e alle loro azioni criminali. Incontra anche un uomo gentile che al mattino va al bar, scherza con lui  e poi corre al lavoro. Sarà uno di quegli uomini uccisi dalla mafia e poi  sepolti con i massimi onori in bare fasciate dal Tricolore: è  Boris Giuliano. Chi è Boris Giuliano? Un eroe. Così è celebrato da tutti. Ma se lo definiamo “eroe”,  lo collochiamo su un piedistallo che ci autorizza a sentirlo lontano, irraggiungibile. E così non dev’essere: Giuliano, Falcone e Borsellino sono modelli di impegno e altissimo senso di responsabilità che tutti dovremmo perseguire, uomini che hanno scelto, senza compromessi,  il dovere per la Giustizia e per il  bene comune, cioè di tutti noi.Un uomo lasciato solo a combattere la criminalità organizzata in un mondo omertoso che l’ha poi innalzato all’altare dell’eroismo è  stato ucciso anche da  quel mondo che sembra  voler assolversi, riconoscendone l’irraggiungibilità. E invece, no, Borsellino, Giuliano, Falcone, vanno riportati tra noi, sono gli Uomini Giusti che noi tutti dobbiamo essere. La mafia si combatte anche raccontandola. È importante, però, che questo  racconto sia “giusto”, che la prospettiva sia tale da definire profili reali, ruoli,  responsabilità, in modo chiaro, fuori da stereotipi e da miti fuorvianti. Solo a questa condizione quel racconto contribuirà a combattere il disastro della criminalità mafiosa. I mafiosi non sono  mostri sovrumani ma  criminali che hanno messo la loro intelligenza al servizio del male, “servi banali del male”.Questi uomini non agiscono lontano da noi. Sono in mezzo a noi e combatterli non deve essere  responsabilità di pochi “eroi” ma dovere comune, di ognuno di noi. La grandezza del film di Pif sta nel raccontare il dramma nella forma della commedia, nel chiamarci in causa, nel ricordare che fin da bambini dobbiamo  fare un  viaggio di memoria e riconoscenza nelle storie umane e nobili di chi l’ha combattuta. Con un impegno da parte di tutti noi: non lasciarli soli , considerarli modelli reali, non eroi irraggiungibili. “Maledetta è la terra che ha bisogno di eroi” vale ancora e ci riguarda tutti.       

Leonardo La Torre 4asa Liceo “Vaccarini” –Catania