Al Tribunale di Catania il convegno “Misure di prevenzione personali e patrimoniali antimafia”

Al Tribunale di Catania il convegno “Misure di prevenzione personali e patrimoniali antimafia”

CATANIA – Si è tenuta ieri nell’aula delle adunanze del Tribunale di Catania la conferenza, organizzata dall’associazione forense “Avvocatura e Futuro”, intitolata “Misure di prevenzione personali e patrimoniali antimafia: dati normativi e profili di illegittimità costituzionale in contrasto col giusto processo, nonché il pensiero e le proposte dei “legum periti”.

Il convegno è stato moderato dal presidente dell’Associazione forense, Giuseppe Lipera, e ha visto come relatori eminenti rappresentanti del mondo forense, accademico e giudiziario, primo fra tutti il decano del foro di Catania, Enzo Trantino.

Quest’ultimo, dopo una breve digressione sullo scottante e attuale tema dell’abolizione della prescrizione, ha in modo pregevole introdotto l’argomento del convegno, riprendendo e citando a più riprese pregevoli autori che dagli anni cinquanta sino a oggi si sono occupati delle misure di prevenzione, manifestando come, prima dell’introduzione normativa di tale istituto, le misure di prevenzione hanno costituito l’oggetto di accesi dibattiti sulla compatibilità con il dettato costituzionale e con i principi di legalità e tassatività del codice penale.

Subito dopo ha preso la parola Antonio Bellia, Patrocinante in Cassazione, già Magistrato onorario, il quale ragionando criticamente sulle misure di prevenzione personali e patrimoniali ha aggiunto che, a suo avviso, purtroppo alla luce dell’attuale sistema normativo i giudici si trovano molto spesso “con le mani legate” al momento dell’applicazione delle misure di prevenzione, non residuando molti margini di autonomia e libertà, suggerendo dunque che il dibattito deve vertere sulle prospettive di riforma normativa.

Subito dopo, Francesco Nicotra del Foro di Catania, ha in modo rapido e conciso espresso dubbi e riserve in ordine al tema delle misure di prevenzione e in ordine alla loro compatibilità con il sistema costituzionale.

Prezioso intervento è stato offerto anche da Gaudenzia Muliere del Foro di Ragusa, la quale invece ha affrontato il tema dal punto di vista dei creditori del “proposto”, evidenziando come il dibattito sulle misure di prevenzione deve essere quanto mai fervente e continuo dal momento che queste misure determinano effetti, talvolta devastanti, non solo e non tanto al singolo proposto e alla sua famiglia, ma all’intera collettività.

Altro intervento assolutamente degno di nota è stato senza dubbio quello del giovane Pietro Cavallotti, laureando in giurisprudenza all’Università di Palermo, figlio dell’imprenditore Cavallotti destinatario di una misura di prevenzione che gli è costata la confisca dell’intero patrimonio.

Il figlio del noto imprenditore, dopo aver sottolineato la necessità di informare sul tema delle misure di prevenzione, ha rilevato come un handicap di non poco conto riguardante le misure di prevenzione, a cui ha farne le spese è stato il padre, sia l’assoluta indipendenza e l’autonomia tra il procedimento di prevenzione con il procedimento di merito.

Il giovane studente, infatti, ha narrato come il padre, pur essendo stato assolto dopo ben dodici anni di processo per associazione mafiosa, è stato comunque destinatario di un provvedimento di confisca di tutto il patrimonio, procedimento aperto addirittura da vent’anni e ancora non concluso.

Sul finire del suo intervento, il giovane Cavallotti, che è anche un fervente attivista del partito dei radicali, ha avanzato diverse e serie proposte di riforma sulle misure di prevenzione, come l’eliminazione del sequestro preventivo finalizzato alla confisca e la proposta di prevedere una responsabilità maggiore e più larga degli amministratori giudiziari.

Riprendendo l’intervento del giovane Cavalotti, Francesco Marchese del Foro di Catania, intervenuto successivamente, ha sottolineato come le misure di prevenzione personali, e in particolare le prescrizioni imposte al proposto, limitano eccessivamente la libertà di movimento del destinatario, che oltre a subire il processo è esposto al ligio rispetto di norme e prescrizioni che ostacolano l’esercizio di qualsivoglia attività, come il lavoro, con la possibile conseguenza di innescare rischiose derive delinquenziali.

Oltremodo interessante è stato l’intervento del professore Marco Pulvirenti il quale si è concentrato sul tema delle misure interdittive antimafia adottate dal prefetto, evidenziando la loro natura preventiva fondata su accertamenti di polizia, rilevandone spesso la loro autonomia rispetto all’esito dei procedimenti penali con l’evidente pregiudizio di escludere dalle procedura a evidenza pubblica soggetti e/o impresse privi di alcun carico penale.

Infine è intervenuto il dott. Orazio Longo, Sostituto Procuratore della Repubblica presso il Tribunale di Enna, che ha affrontato le tematiche giurisprudenziali e normative sulle misure di prevenzione personali e patrimoniali, spiegando in particolare le divergenze e spesso le contraddizioni sulla natura della confisca e sugli effetti che la stessa può avere nella sfera patrimoniale del proposto.

In conclusione, su domanda dell’avvocato Lipera, il magistrato ha affermato che le rimostranze rappresentate dagli altri relatori, prevalentemente appartenenti all’ambito forense, possono ritenersi fondate, lasciando spazio dunque a una seria riflessione che dia i presupposti a una rimeditazione normativa delle misure di prevenzione.

Alla fine della conferenza l’avvocato Giuseppe Lipera ha concluso i lavori invitando i relatori a redigere un documento scritto all’esito del dibattito profuso da presentare agli Organi Istuzionali preposti per instaurare un dibattito costruttivo “de iure condendo” sul tema delle misure di prevenzione.