Giornata della poesia in Sicilia: emozione, identità e speranza al centro – Intervista a Maria Grazia Falsone

Giornata della poesia in Sicilia: emozione, identità e speranza al centro – Intervista a Maria Grazia Falsone

SICILIA – “La poesia è il fruscio d’ali di farfalle percepito dai raggi emozionali del cuore nell’abisso dell’essenza”. Un aforisma perfetto per celebrare la Giornata della poesia in Sicilia, che ricorre il 21 marzo, e per simboleggiare il ruolo della poesia nella cultura popolare.

Questa frase appartiene a Maria Grazia Falsone Camilleri. Siciliana d’origine ma “cittadina del mondo” grazie al suo lavoro, l’autrice ha fatto della poesia la sua missione e il suo punto di forza.

“La poesia può sembrare una montagna di parole inutili, il poeta però con la sua lanterna porta la luce e cerca d’illuminare i reconditi aspetti dell’animo. Ognuno di noi leggendo o ascoltando dei versi poetici elabora il proprio pensiero creandosi una propria immagine, dipingendolo mentalmente e raffigurando idealmente un quadro appeso su una parete bianca”, spiega.

“La poesia ha sempre salvato l’uomo”, dice: non è solo un cumulo di parole ma un insieme di messaggio ed emozioni che coinvolge, insegna e rispecchia. L’umanità ne ha sempre tratto vantaggio e continua a farlo.

Poesia e “sicilianità”: il senso della Giornata della poesia in Sicilia

I siciliani sono appassionati di poesia? Guardando al successo che la cultura popolare locale continua a riscuotere, si direbbe di sì. Un vernacolo con una storia unica, canzoni popolari mai tramontate e poesie perfette per ogni occasione ci dicono che esiste un legame profondo tra l’isola, i suoi abitanti e le voci che la raccontano.

Parlando di spirito poetico siciliano, Maria Grazia Falsone cita due figure: Ignazio Buttitta e Rosa Balistreri. Due personalità che “hanno rappresentato con il loro linguaggio universale sempre attuale, i cantori della Sicilianità, accomunando entrambi idee e principi identici che esaltano l’humus della Sicilia”.

Ignazio Buttitta, la “voce fuori dal coro”

“Buttitta, l’uomo , il poeta, per cui tutto era poesia, lo sguardo, le cose, i gesti, la lotta, il dolore, la rivolta contro l’ingiustizia. Un poeta tutto da riscoprire, una voce forte decisa, passionale, in un momento storico in cui la poesia, sembra relegata a un ruolo minore, di canto individuale solitario. Ecco la sua voce ridondante, possente, fuori dal coro, declamante ingiustizie e soprusi e invivibilità. Artista di vita oltre il sole terreno contro la cecità umana“…

La descrizione di Maria Grazia Falsone lascia il ritratto di un uomo prima che di un poeta. Autodidatta e siciliano “doc”, ha attraversato i momenti storici più complessi, dalle Guerre mondiali alla Resistenza, e lo ha fatto grazie allo strumento che gli permetteva di esprimere meglio la sua interiorità: il dialetto siciliano.

Diceva che un popolo “Diventa poviru e servu/quannu i paroli non figghianu paroli/e si mancianu tra d’iddi (diventa povero e servo quando le parole non figliano parole e si mangiano tra loro)”. Ed è vero: il siciliano rimane il cuore pulsante di una terra che non ha mai perso il contatto con la tradizione e che ritrova la sua storia nel dialetto.

Rosa Balistreri, la voce siciliana contro le ingiustizie

Rosa Balistreri, cantante e cantastorie licatese, viene descritta generalmente come “la voce rappresentativa della Sicilia che si riscatta dalle ingiustizie.

Maria Grazia Falsone ha dedicato alla voce di Rosa e al suo “canto strozzato, drammatico, angosciato, che sembra uscire dalla terra arsa di Sicilia, molte liriche. In una di queste, scrive:

Voce di una Sicilianità riscattata
Che rompe le false moralità
E agogna l’indiscussa libertà
Di una vita vissuta con più dignità.
È il canto sofferente di un fiore nel deserto dell’erranza
Assetato di giustizia e libertà
Voce graffiante d’inebriante vulcanicità…

Una descrizione che vede Rosa Balistreri come una “paladina capace di smuovere le acque ristagnate dei pensieri” in una Sicilia che di “scosse” emotive ha spesso bisogno.

La poesia ai tempi del Covid

La poesia, non solo in Sicilia ma in tutto il mondo, affronta spesso temi sociali e diventa uno sfogo, ma anche un modo per sperare. La poetessa Maria Grazia Falsone Camilleri, “missionaria moderna della Poesia” (così è stata definita l’artista, lontana parente del celebre Andrea Camilleri), ritiene che, soprattutto in un momento difficile come quello legato alla pandemia, il poeta debba essereportavoce dell’umanità, che con coro unanime lancia un urlo di speranza e fiducia, perché occorre attraverso la cultura propiziare la speranza, la positività, oltrepassare le nubi e smuovere le coscienze per raggiungere l’arcobaleno del cuore”.

Facile comprendere come per l’autrice la poesia sia pura emozione e un rifugio per chi scrive e per chi legge. “Sono una piccola luce, dice con la speranza di rendere la poesia “essenza e magia” per tutti in un momento buio. Lanciare il proprio “urlo salvifico per l’umanità” è la missione di tanti letterati di fronte a un fenomeno imprevedibile e a tratti indescrivibile a parole.

“Volere scegliere la vita è la ricetta giusta per vincere l’angoscia che questo virus sparge per indebolirci”… E forse la cultura, nelle sue molteplici forme, può essere un mezzo.

L’esperienza di Maria Grazia Falsone per la Giornata della poesia in Sicilia

“La Poesia dal greco ποίησις è creazione della mente, espressione della propria sensibilità interiore, moto dell’anima. Deve poter essere concreta, non astrusa né fatta di virtuosismi sterili e di non comunicabilità”: un messaggio immediato ma profondo. Questa è la concezione che di poesia propone la poetessa Maria Grazia Falsone, che affida al poeta l’arduo compito di “dare voce a chi non sa descrivere a parole le emozioni”.

L’autrice ha sempre scritto, però solo con il tempo ha capito che quel che componeva non era personale ma “espressione di ciò che pensano e sentono molte persone”.

Grazie a i suoi eventi fantasiosi, che accompagnano la poesia a varie forme d’arte (dal canto alla danza), ha cercato di risvegliare in Sicilia l’amore per la poesia ma anche per l’arte in senso più ampio: “Il mio obiettivo è emozionare ed emozionarmi. Voglio che le persone presenti ai miei eventi non guardino mai l’orologio”.

La “sicilianità” di Maria Grazia Falsone

Un concentrato di emozioni e fantasia, Maria Grazia Falsone non scrive in vernacolo ma nei suoi lavori c’è tanto della Sicilia. Dello spirito dell’isola condivide l’emozionalità e l’animo sempre “caliente” e pronto a ogni innovazione.

Nel suo bagaglio culturale si sposano le liriche di Lucio Dalla, suo grande amico, la modernità della musica e della danza e la classicità inconfondibile di capolavori della poesia (Maria Grazia Falsone è anche Senatrice Leopardiana) e della canzone siciliana e italiana.

Un’isola ricca di cultura come la Sicilia non poteva essere una patria migliore per Maria Grazia Falsone, che a essa ha dedicato tanti lavori, come la video-poesia “All’Etna”.

Anche la creatività portata sui principali palchi siciliani (e non solo) rendono omaggio a quanto l’isola ha da offrire in termini culturali: si parla ancora delle aquile (l’aquila è il suo “spirito guida”) che la poetessa ha portato in scena a Zafferana per ricordare i grandi artisti della musica italiana. Una scelta insolita ma suggestiva, resa ancora più affascinante dalla bellezza del territorio siciliano.

Giornata della poesia in Sicilia: il quinto libro e i sogni “mutati” dal Coronavirus

Riverberi ed Emozioni“, il quinto libro di poesia di Maria Grazia Falsone, è il frutto della pandemia. “Questo libro mi ha salvata”, dice senza esitare.

Il 24 ottobre 2020 avrebbe dovuto essere la data di un grande evento di presentazione, con bambini protagonisti e nuovi intrecci di danza, recitazione e musica sul palco. Il Covid ha impedito (per ora) la realizzazione del progetto, ma il libro c’è e vuole essere un barlume di speranza in un momento difficile. Infanzia, rimembranze, il tema sociale riletto alla luce della pandemia: questi i temi che si incontrano e scontrano nelle liriche presenti nel testo e l’autrice spera di presentare al più presto al pubblico.

Maria Grazia Falsone

Un libro con il ritratto della nipotina in copertina, con i bambini visti come simbolo di speranza e la cultura come strumento per superare l’angoscia.

Conclusione

Ha senso celebrare la Giornata della poesia in Sicilia? La risposta sembra essere un convinto sì.

Ne ha per gli anziani che si deliziano ancora con le canzoni popolari, per i giovani che riscoprono le tradizioni siciliane e per gli artisti che onorano una terra unica con prodotti inediti e che portano la poesia siciliana nel mondo.

Immagine di Christine Sponchia da Pixabay