Alla scoperta del siciliano con “Cademia Siciliana”: promozione, istruzione, ricerca e attivismo

Alla scoperta del siciliano con “Cademia Siciliana”: promozione, istruzione, ricerca e attivismo

PALERMO – Elemento base che contraddistingue un popolo è indubbiamente il linguaggio dei suoi abitanti. L’enciclopedia Treccani definisce, nello specifico, il termine “lingua”: “Sistema di suoni articolati distintivi e significanti, di elementi lessicali e di forme grammaticali, accettato e usato da una comunità come mezzo di comunicazione con caratteri tali da costituire un organismo storicamente determinato, con proprie leggi fonetiche, morfologiche e sintattiche“. Per capire a fondo l’identità di una popolazione, quindi, bisogna partire dal modo in cui questa si esprime.

Ai microfoni di NewSicilia è intervenuto Salvatore Baiamonte, co-fondatore e co-responsabile di Cademia Siciliana, associazione senza scopo di lucro la cui missione riguarda la ricerca, l’educazione e l’attivismo in, su e per la lingua siciliana: “Nasce nel 2016 da un mio personale e fortuito incontro con Paul Rausch, imprenditore di formazione umanistica. Successivamente, si aggiungeranno altre figure chiave tra cui David Paleino, esperto informatico, e Gaetano Mazza, appassionato di lessicografia e conoscitore della tradizione. Nasce dalla presa di consapevolezza che il siciliano non aveva alcun organismo che se ne prendesse cura, e per questo siamo nati noi“.

Si crea così un ambiente fertile dove studiare le origini e le evoluzioni di una lingua che è in costante mutamento. Punto di forza, fin dagli albori, a detta del co-fondatore, è lo smart working (o “telitravagghiu“) e, infatti, tutti i collaboratori si trovano sparsi per la Sicilia e l’Italia. A proposito dello scopo principale di Cademia Siciliana, il nostro intervistato ci ha detto: “L’associazione si prende cura del siciliano a 360 gradi, impegnandosi da una parte nella preservazione di quei caratteri che rendono la lingua unica nel panorama delle varietà romanze, dall’altra nella sua ambientazione nel mondo di oggi, così che non diventi una mera componente del folklore come qualcosa di morto: il siciliano è vivo, e per farlo al meglio ha bisogno degli strumenti idonei per adattarsi al nostro secolo“.

Poi ha aggiunto: “Per questo motivo, lavoriamo anche sul siciliano in ambito digitale, che ormai pervade le nostre vite, realizzando strumenti appositi per ‘farlo vivere bene nel web’. E poi c’è, non meno importante, la divulgazione scientifica che esercitiamo principalmente attraverso i nostri canali digitali. A fare da collante a tutto ciò troviamo i nostri progetti di normalizzazione della lingua, come la standardizzazione ortografica, che però non ha nulla a che vedere con scellerati progetti del passato che miravano allo sterminio delle peculiarità locali“.

Dobbiamo dire che il siciliano non è un “dialetto”, come spesso erroneamente viene inteso, ma è una vera e propria “lingua”, tanto è vero che, a riconoscerla come tale, è addirittura l’Unesco. Pure il sommo poeta, Dante Alighieri, nel De vulgari eloquentia scriveva: “Indagheremo per primo la natura del siciliano, poiché vediamo che il volgare siciliano si attribuisce fama superiore a tutti gli altri: che tutto quanto gli Italici producono in fatto di poesia si chiama siciliano“.

Su questa scia, anche Cademia Siciliana: “Il filone accademico principale cui facciamo riferimento è quello anglosassone, che a nostro avviso è più rigoroso di quello italiano e che intende con ‘dialetto‘ la pronuncia locale di una lingua, e con ‘lingua‘ un insieme di dialetti che condividono una stessa origine e che divergono per pochi tratti, e soprattutto che sono intercomprensibili. Sono definizioni valide per tutte le lingue, e che in parte adotta anche la linguistica italiana: nessuna lingua si parla tutta uguale sul suo territorio, e neanche l’italiano è uguale se si fa una panoramica da Nord a Sud: i linguisti parlano, infatti, di ‘italiani regionali o locali’ per fare riferimento ai veri dialetti dell’italiano, cioè i modi di parlare la lingua italiana nei vari luoghi. Così noi possiamo indicare, ad esempio, come ‘dialetto palermitano’ il siciliano che si parla a Palermo, esattamente come si parla di ‘italiano di Sicilia’, che è come l’italiano per come si parla in Sicilia“.

I progetti dell’associazione sono diversi e tutti molto particolari: “Prosegue la nostra traduzione dell’app di messaggistica Telegram e anche la traduzione ufficiale in siciliano del famoso gioco Minecraft. Abbiamo avviato il progetto ‘Mmasciatura dâ lingua siciliana‘, rivolto a tutti quei commercianti e imprenditori che vogliono investire sul siciliano con le proprie attività. E poi tante nuove cose bollono in pentola, ma alcune per ora restano un segreto e saranno una sorpresa“.

Il feedback di chi segue Cademia Siciliana è senza dubbio positivo, il loro operato – minuzioso e attento ai dettagli – è apprezzato e gli “sforzi” sono ripagati a pieno. Salvatore Baiamonte ha, infatti, dichiarato: “La maggior parte delle persone che ci seguono sono entusiaste del nostro lavoro, ed è una soddisfazione per noi: lavoriamo ogni giorno incessantemente con passione e dedizione, e la gente lo percepisce. Poi ovviamente c’è qualcuno che non apprezza il nostro lavoro e lo accettiamo, non si può piacere a tutti e non si può essere tutti d’accordo“.

Un’ultima questione sulla quale ci siamo voluti soffermare con il team dell’associazione è l’eventuale introduzione della lingua siciliana a scuola, tematica molto complessa che ha generato diverse correnti di pensiero. Il nostro intervistato si è espresso in tal senso: “Preferiremmo non esprimerci troppo: l’insegnamento scolastico del siciliano, se non basato su dei progetti didattici adeguati, potrebbe in realtà accelerare la decadenza e l’abbandono della lingua, ancor più importante, infatti, è che la gente prenda coscienza che parlare in siciliano non ha nulla di negativo e che lo facciano in tutte le occasioni possibili, a casa e fuori casa, senza alcuna vergogna“.

Aspirazione massima di Cademia Siciliana, dunque, è quella di diventare un’istituzione in materia di lingua siciliana, come hanno fatto nel tempo l’Académie française per il francese e l’Accademia della Crusca per l’italiano. E le basi – e le premesse – ci sono assolutamente tutte.

Fonte immagine Facebook – Cademia Siciliana