SICILIA – L’inchiesta sui dati Covid falsificati in Sicilia che ha gettato nel caos il sistema sanitario siciliano a fine marzo scorso si arricchisce di un nuovo supertestimone. Si tratta di un nome “pesante” che potrebbe fare tremare oppure scagionare il rinominato assessore alla Salute, Ruggero Razza, e tutto il presunto sistema attorno a lui. Quest’ultimo era finito al centro dello scandalo con la tristemente famosa frase emersa dalle intercettazioni “spalmiamo i morti“, diventata lo “slogan” dell’inchiesta.
Una situazione che aveva portato l’assessore a dimettersi, prima, e di avvalersi della facoltà di non rispondere in occasione della convocazione chiesta dal procuratore aggiunto Maurizio Agnello e dai sostituti Sara Morri e Francesca Urbani. “Devo leggere prima gli atti“, dichiarò ai tempi.
L’inchiesta, nonostante “l’atto di coraggio” di tornare in pista e la fiducia (rinnovata e mai svanita) di Musumeci nei suoi confronti (ieri è stato annunciato il ritorno alla guida dell’assessorato alla Salute), va comunque avanti. Secondo quanto riportato dai colleghi di Repubblica, il sopracitato supertestimone sarebbe già stato sentito dal pool coordinato dal procuratore aggiunto Sergio Demontis. Si tratta del dottor Salvatore Scondotto, a capo del Servizio 9 “Sorveglianza ed epidemiologia valutativa”. Un dirigente regionale che occupa un posto chiave nell’assessorato alla Sanità.
Ancora non è chiaro il contenuto delle sue dichiarazioni, ma l’attesa è tanta. Quel filo che separa l’innocenza dalla colpa, il coinvolgimento totale o parziale, il “sapere” dal “non sapere”, può essere spezzato e cambiare le carte in tavola, oppure confermare ciò che al momento non torna.
Nel giorno nero per la Sicilia, però, non figurava solo Ruggero Razza. L’ordinanza di custodia cautelare all’indirizzo della dirigente generale del Dasoe, Maria Letizia Di Liberti, del funzionario della Regione Salvatore Cusimano e del dipendente di una società che si occupa della gestione informatica dei dati dell’Assessorato, Emilio Madonia, aveva scatenato un vero e proprio caso relativo la bontà dell’operato della Sanità locale.
I dati modificati per evitare la zona rossa, i morti spalmati, l’omissione di nuovi positivi e i tamponi (fantasma) in più per evitare di fare aumentare il tasso di positività. I numeri dello scandalo avevano messo i brividi ai siciliani, il tutto condito dalle intercettazioni choc, che (almeno a sentirle) non hanno lasciato dubbi.
Per Musumeci, Razza è stato “tra i migliori assessori alla Sanità che abbiamo avuto in 75 anni“, tant’è che è tornato al suo posto. Tra lo sdegno di chi ha già processato l’assessore senza aspettare i tre gradi di giudizio (i “forcaioli” come li chiama Musumeci) e la gioia di chi crede nella buona fede di Ruggero Razza.
Intanto, il supertestimone è stato sentito. E adesso? C’è chi potrebbe tremare e chi potrebbe vedere crollare un castello. Che sia quello degli accusatori e delle forche, oppure quello del sistema costruito ad hoc per “tenere in piedi” la Sicilia, lo si saprà a breve.
Fonte foto Gds